SIN o SIR pari sono?
La Regione ha subito messo le mani avanti sulle regole

Enrico Rossi

Alessandro Cosimi
FIRENZE – Ma allora chi ha ragione: il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, che inneggia al passaggio delle aree portuali da SIN a SIR: o la Regione Toscana, con il suo presidente Enrico Rossi in testa, che richiama al realismo delle leggi e dice che non bisogna aspettarsi miracoli da questo passaggio?
E’ noto da tempo che i SIN (siti di interesse nazionale) voluti nel 2003 dall’allora ministro dell’Ambiente Altero Matteoli per poter investire risorse nazionali nella bonifica delle aree industriali inquinate, si sono rivelati nei fatti una pesante palla al piede per lo sviluppo: con imposizioni costosissime che le aziende private non sono state spesso in grado di attuare e con la caduta verticale delle risorse pubbliche destinate. Morale: i SIN hanno inchiodato i porti, impedito dragaggi e bonifiche per gli alti costi, provocato polemiche a non finire.
[hidepost]Di recente tuttavia il ministero dell’Ambiente ha dato l’ok ad alcune riperimetrazioni dei SIN – tra i quali quello di Livorno – annunciando un decreto che – secondo una nota del sindaco Cosimi- “escluderà dal SIN tutta l’area marina per circa 15 chilometri quadri e circa 6 chilometri quadri di area terrestre, praticamente l’intero porto di Livorno e molte aree in cui sono insediate attività industriali”.
Sempre secondo la nota del Comune livornese, “le aree escluse dal SIN rientreranno in un SIR (sito di interesse regionale)”. Da qui la speranza, espressa dal sindaco, di nuove regole meno penalizzanti e quindi più favorevoli allo sviluppo.
Ma solo pochi giorni dopo la nota di Cosimi, la Regione ha di fatto bacchettato i facili ottimismi. E’ vero che le aree escluse dal SIN rientreranno in un SIR, “ma le regole sono regole – hanno detto a Firenze – e non c’è da aspettarsi che le normative ambientali regionali siano totalmente liberalizzanti”. Tradotto dal burocratichese: non creiamo soverchie illusioni e specialmente nessuno creda che le aree che passeranno sotto le competenze regionali vengano totalmente “liberate” dai vincoli ambientali. Né che le relative decisioni possano avvenire in tempi rapidi, perché occorrerà studiare, confrontare, valutare. Di fatto sembrano aver ragione coloro che alla notizia data dal Comune di Livorno hanno commentato che probabilmente non ci saranno rivoluzioni positive e che a volte la burocrazia regionale non è affatto migliore di quella nazionale.
Chi avrà ragione? Occorreranno almeno due mesi – si dice a Firenze – perché il decreto di riperimetrazione del SIN di Livorno entri in vigore. Poi il tutto passerà alla Regione, che si prenderà i suoi tempi. Ma sperare fa bene al cuore…
A.F.
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