Confindustria: per Livorno investimenti e territorio
LIVORNO – L’associazione degli industriali della provincia ha tenuto lunedì la propria assemblea annuale con due atipicità significative: la “location”, cioè l’Accademia Navale; e la partecipazione del presidente nazionale Giorgio Squinzi, che ha avuto un precedente solo con la Marcegaglia.
[hidepost]C’era, come sempre in queste occasioni rituali, l’intero Gotha della politica e dell’economia locale: e gli interventi di saluto, dal sindaco al presidente della Provincia, dal presidente della Camera di Commercio a quello di Confindustria Toscana, non hanno potuto prescindere dalla realtà pesante dell’economia locale, sia pure evidenziando anche gli elementi di positività come il prossimo avvio del rigassificatore OLT, l’apertura – peraltro contestata – della Mosul per l’olio di palma, e la tenuta del comparto del lusso con la Benetti dei maxi-yachts.
Tra i punti di accellenza citati anche l’Accademia Navale, ospite della giornata, il cui comandante ammiraglio di squadra Cavo Dragone ha rivolto un caldo saluto alla città e alle sue istituzioni.
Dopo la relazione del presidente provinciale di Confindustria Alberto Ricci, la lingua ha battuto … dove il dente duole. Ovvero: tavola rotonda sui fattori competitivi per attrarre sul territorio gli investimenti, in particolare privati. A confrontarsi i portavoce di alcune realtà imprenditoriali pubblico-private come Enel, delle istituzioni regionali e locali, dell’ENI, dell’Irpet. Tutti concordi sulle linee di massima della diagnosi, e cioè sulla necessità di favorire gli insediamenti limitando i tempi della burocrazia, i vincoli di decine di leggi che si sovrappongono e spesso sono in contrasto tra loro, e facilitando l’accesso al mondo del lavoro. In quanto alle terapie però, l’impressione è che come spesso accade ciascun settore “guardi” nel piatto degli altri, chiedendo loro di fare il primo sforzo (se non l’unico). Torneremo sul tema con più calma, dati i tempi stretti per le meditazioni approfondite e non per la mera cronaca. La convention di Confindustria ha comunque avuto un significato importante: la conferma che c’è ancora voglia di lottare e di trovare soluzioni praticabili. Di questi tempi, è già qualcosa.
Antonio Fulvi
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