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Per l’interporto “Vespucci” di Guasticce un aumento di capitale di 18 milioni

Con il bilancio finalmente in pareggio, il complesso che oggi ospita 35 aziende e 700 lavoratori guarda a un forte rilancio – Il valore della logistica nel retroporto

COLLESALVETTI – Nell’analisi nazionale fatta dall’UIR, l’unione degli interporti italiani, il “Vespucci” di Guasticce è tra quelli che hanno una posizione geografica invidiabile ma alcuni degli handicap più pesanti per l’operatività reale: scarsi collegamenti privilegiati con il porto, totale o quasi abbandono delle FS per la rete cargo, costi altissimi di ammortamento degli investimenti. Eppure il nuovo presidente dell’interporto, Federico Barbera, nella recente assemblea dei soci ha rilanciato un piano strategico di sviluppo e crescita che potrebbe finalmente portare al salto di qualità definitivo.
Una scommessa che si basa anche sulla delibera approvata dall’assemblea per un aumento di capitale sociale di 18 milioni, da distribuirsi tra i soci storici e senza previsione di nuovi ingressi.
[hidepost]I soci a loro volta dovranno rispondere in tempi brevi se e in che percentuale sottoscrivere. Ricordiamo tra l’altro che i due soci più significativi sono il Monte dei Paschi (36,3%) e la Regione Toscana (17,7%) che da soli fanno la maggioranza assoluta: ed entrambi non sono certo in condizioni economiche fiorenti (anzi da tempo circolano voci di una volontà di almeno parziale disimpegno del MpS). Però l’aumento di capitale richiesto prevede anche un piano B (quote meno alte) ed eventualmente un piano C. In sostanza: il “Vespucci” non si arrende alla crisi e rilancia, forte di una realtà che anche il territorio non conosce come dovrebbe: ben 35 aziende insediate nella sua area, 700 posti di lavoro, un patrimonio immobiliare dedicato alla logistica che ha pochi paragoni nell’area.
E c’è anche – sembra di capire dalle ultime due assemblee – un nuovo dinamismo dei suoi vertici. Non per niente il bilancio consuntivo 2012 si è chiuso, malgrado i pesanti ammortamenti che “schiacciano” da anni i bilanci – con un sostanziale pareggio, dopo due anni di rosso costante. Certo, il pareggio si è raggiunto grazie ad alcune importanti operazioni immobiliari, che non sempre saranno ripetibili. Ma proprio per questo, il consiglio di amministrazione punta a valorizzare non solo l’immobiliare – è in corso il lancio degli splendidi uffici della nuova struttura – ma la funzione logistica, puntando a recuperare anche la funzione di retroporto oltre che quella di “hub” intermodale che ad oggi ha sempre faticato. Il sofferto collegamento con il porto di Livorno, per esempio, potrebbe avere una soluzione “interna” con il progetto per baypassare il famigerato nodo – scandalo del Calambrone (vedi articolo su questo stesso giornale). E il pressing sulle Fs perché il terminal ferroviario interno venga finalmente servito sulla rete nazionale si sta facendo finalmente molto forte.
Sono tempi difficili e di questo al “Vespucci” sono tutti consapevoli. Sono tempi ancora più difficili per i privati, che con la pesante politica bancaria italiana hanno poca voglia e poche chanches di investire. Ma è anche il momento giusto perché chi ha visione sul futuro si spinga avanti. Vale il vecchio adagio secondo il quale quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. E il “Vespucci” sta dimostrando di non essere solo il costoso risultato della bonifica di una antica palude: ma anche un’idea che con il giusto impegno, il coraggio e la perseveranza può finalmente decollare malgrado i tempi difficili per tutta l’economia.
A.F.

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Pubblicato il
24 Aprile 2013

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