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Genova e Livorno “uniti”

Nella foto (Laura Bolognesi): Riccardo Fuochi (a sinistra), Mariano Maresca e Fiorenzo Milani.

LIVORNO – Nel ricordo del professor Enrico Vincenzini – illustre avvocato marittimista e primo presidente del Propeller Club livornese – si è tenuto recentemente nella sala consiliare della Provincia un convegno di vivo interesse per prestigio dei relatori, contenuti espressi e partecipazione di pubblico. Il tema del convegno non poteva rappresentare meglio l’anima e la figura professionale di Enrico Vincenzini il quale – come ha ricordato il figlio Ugo, anch’egli avvocato – in quanto livornese di nascita e docente di diritto marittimo internazionale all’Università di Genova, si sentiva molto legato ad ambedue le città.
Presieduto da Fiorenzo Milani, presidente del Club livornese, e coordinato dall’ammiraglio Marco Brusco – in sostituzione dell’ammiraglio Raimondo Pollastrini, indisposto – l’incontro è iniziato con i saluti del presidente ospite dell’evento Giorgio Kutufà, del direttore marittimo della Toscana capitano di vascello (CP) Arturo Faraone, del direttore marittimo della Liguria ammiraglio Felicio Angrisano (già destinato al comando generale delle Capitanerie di Porto a fine maggio prossimo) e del presidente del Propeller Club di Genova commendator Mariano Maresca.[hidepost]

Nella foto (Laura Bolognesi): Giuliano Gallanti (a sinistra), Giorgio Kutufà e Marco Brusco.

Il convegno si è aperto con l’intervento del professor Sergio Maria Carbone che ha trattato del contributo delle due città all’elaborazione del Diritto Marittimo mettendo in luce il comune approccio che le stesse hanno seguito. Figura di riferimento di questa disciplina è Enrico Vincenzini il cui lavoro si è sempre svolto nel solco dell’ internazionalità del diritto, senza deroghe di comodo a favore di interessi locali e particolarismi e che, con moderna attenzione, si dedicò ai temi della salvaguardia dell’ambiente marino e della sicurezza. Il presidente dell’Autorità portuale genovese Luigi Merlo, quale presidente di Assoporti, nel suo intervento ha lamentato il sovrannumero delle Autorità portuali italiane ed ha poi parlato dell’urgenza di rivedere il decaduto disegno di legge portuale trovandolo, così come proposto, ormai superato: “Nell’attuale assenza di politica di governo nel nostro Paese si sta consumando un delitto da parte di una burocrazia pubblica ministeriale – ha detto – che riconduce le Autorità portuali nell’alveo della pubblica amministrazione inibendole dal punto di vista operativo ed impedendo loro di rispondere concretamente alla crisi. Di fronte a questa chiusura dobbiamo opporci con una riforma forte della legge portuale di stampo europeista”. Riguardo a Genova e Livorno il presidente Merlo ha osservato le tante caratteristiche in comune in quanto ambedue città portuali di grandi tradizioni e professionalità ma ha evidenziato anche il rischio che questo plus oggi possa rappresentare un peso poiché porta con sé posizioni dominanti e di rendita non più sostenibili. “In una fase come questa non c’è più spazio per l’autoreferenzialità ma, al contrario, occorre mettersi in gioco ed osare, forti delle proprie esperienze. In un’ottica generale che vede il porto come fulcro di un sistema logistico integrato Genova e Livorno possono – secondo Merlo – con le dovute strategie ed alleanze, diventare il grande punto di riferimento dei mercati in crescita del Nord Africa. “Tutti i porti, Genova e Livorno inclusi, devono essere intesi come elementi di servizio del Paese e dare il loro contributo, che è essenziale, alla sua ripresa economica” ha concluso.
Nell’esposizione di Riccardo Fuochi, presidente del Propeller Club di Milano, osservazioni sono state fatte riguardo al concetto generale di logistica oggi interpretata come attività di servizio, propaggine di una filiera incentrata sul traffico marittimo. Il modo più produttivo, è quello, viceversa, di intenderla come industria a se stante. Ciò permetterebbe specializzazione e sviluppo del settore con il risultato finale di una maggiore redditività del traffico poggiato su un servizio completo. In quest’ottica la necessità di individuare le aree ed i porti di riferimento maggiormente strategici e di concentrare gli investimenti su di essi. Basti pensare, per dare un’idea della convenienza che ne deriverebbe, che un container in transito produce un reddito che può essere aumentato del 70% qualora entri in un ciclo logistico completo. L’Italia dovrebbe perciò diventare la piattaforma logistica di tutte quelle merci che da un punto di vista geografico ne sarebbero logicamente attratte per poi movimentarle e redistribuirle. Secondo Fuochi il compito di predisporre le idee in progetti da sottoporre al governo è proprio delle associazioni di tutte le componenti del settore ed esiste già un piano nazionale della logistica cui fare riferimento. Nello specifico del tema del convegno: si devono creare delle sinergie fra i due porti considerando le loro specificità.
Il presidente dell’Authority livornese Giuliano Gallanti, guardando alla riforma della legge portuale, ha detto di ritenere necessario che le autorità portuali si organizzino in sezioni divise per gestire separatamente e più efficacemente le attività di ordinaria amministrazione da quelle delle grandi opere. Ha richiamato l’importanza dell’integrazione fra porto e città e posto poi l’attenzione al problema delle megaships che penalizza i porti minori e che dovrà essere affrontato con lo sviluppo delle Autostrade del mare (i cui contributi dovrebbero essere estesi anche alle linee verso il Maghreb) oltre all’alleanza fra i porti. E proprio su questo ultimo tema ha concluso con preoccupazione il suo intervento evidenziando come lo strapotere dell’oligarchia formatasi fra i porti del Nord Europa sia ormai penetrata nella commissione europea presieduta da Kallas al punto che, nel prossimo documento della commissione, non ci sarà più il capitolo che incoraggiava il coordinamento tra i porti.
Il convegno si è concluso con le parole dell’armatore Ignazio Messina, presente in qualità di presidente dell’associazione genovese “Il Porto dei Piccoli”, Onlus che aiuta i bambini con problemi di salute, già approdata in terra toscana a dicembre scorso con il progetto “Un faro per Livorno”. Due porti uniti quindi anche da questo importante e nobile progetto.
Cinzia Garofoli[/hidepost]

Pubblicato il
20 Aprile 2013
Ultima modifica
23 Aprile 2013 - ora: 17:22

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