Nelle Marche varata la legge sulle concessioni
ANCONA – Adesso è diventata legge: ed è un passo in avanti, perché pur avendolo promesso da dicembre scorso, gli operatori si fidavano, ma insomma “carta canta”, come si dice.
[hidepost]Adesso la Regione Marche, con legge 27 dicembre 2012 n. 45, ovvero con la Finanziaria regionale del 2013, ha stabilito che l’imposta regionale del 10% sulle concessioni non si applica ai canoni delle stesse rilasciate dall’Autorità portuale di Ancona. E’ un passo avanti importante, come sottolinea in una sua nota anche il presidente dell’Autorità portuale Luciano Canepa, anche se rimane aperto il problema degli aumenti richiesti retroattivamente, che la legge non può eliminare.
Canepa ricorda anche che la norma varata dalla Regione Marche “consente finalmente di porre fine ad una criticità che penalizzava gli operatori del porto di Ancona provocando pesanti distorsioni nella concorrenza con gli altri porti adriatici, ove l’imposta non è mai stata decisa”. Dopo i sentiti ringraziamenti al presidente Gian Maria Spacca della Regione, Canepa ricorda che l’Autorità portuale da parte sua ha deliberato per il quinto anno consecutivo “la riduzione dei canoni demaniali per il porto”, provvedimento che punta a far fronte alla pesante criticità dei traffici marittimi di questa lunga crisi.
Rimane aperto, come accennato, il non piccolo problema degli arretrati dell’aumento dei canoni demaniali varati dalla Regione per gli anni precedenti. Sia l’Autorità portuale di Ancona, sia la maggior parte dei concessionari colpiti dalla richiesta della Regione, hanno presentato ricorso alla commissione tributaria competente e si attende proprio per le prossime settimane una decisione che sia univoca e faccia giustizia anche di pronunciamenti “puntiformi” gli uni differenti dagli altri. La nuova Finanziaria della Regione, si ritiene adesso, costituirà certo un riferimento coerente per le commissioni tributarie, che potranno utilizzarla a sostegno della tesi secondo la quale l’imposta è illegittima anche per il passato. E potrà anche diventare un riferimento per gli analoghi ricorsi che riguardano l’altra regione, la Toscana, dove fu presa la stessa decisione di applicare l’imposta e dove analogamente sopravvive il problema degli arretrati. Ma che fatica…
Antonio Fulvi
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