Ora la UE scende in campo sui porti del Nord Adriatico
Prossimo un incontro dell’intero range proposto dal coordinatore del PP6 – E a Trieste parte il “Geie” tra le ferrovie italiane e quelle slovene

Laurens Jan Brinkhorst
BRUXELLES – L’Unione Europea si sveglia e scende in campo sullo scontro in atto tra i porti dell’Alto Adriatico, alla ricerca di quel coordinamento reale tra progettualità, prospettive e specializzazione che evidentemente ha fatto cilecca ad oggi sia per l’Italia sia per il NAPA.
La proposta di cominciare con un incontro tra tutti i porti dell’Alto Adriatico parte dall’olandese Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore del progetto prioritario europeo PP6 è stata già messa a calendario. L’invito riguarda l’intero arco del Nord Adriatico, da Ravenna a Venezia, Trieste, Monfalcone e Koper ed è stato accolto favorevolmente anche dalla regione Friuli-Venezia Giulia. Temi europei sui quali cercare un coordinamento ce ne sono, e importanti, partendo anche da iniziative in corso che sono ben lungi dalle ipotesi – da prendere con le molle – di creare altre megastrutture portuali a spese della stessa Unione Europea, per di più offshore e con evidenti ulteriori costi di rotture di carico.
[hidepost]Punto focale l’ormai prossima creazione a Trieste del “Geie”, ovvero il gruppo europeo di interesse economico tra gli enti ferroviari di Italia e Slovenia, già ratificato da tempo dalla apposita commissione intergovernativa dei due paesi. Tra i punti focali che costituiscono una delle basi sulle quali puntano i due paesi è il collegamento ferroviario ad alta capacità tra Trieste e Koper.
Intanto è stato spostato al 18 dicembre, al parlamento europeo, il voto sul prolungamento sia verso sud (punti di arrivo Trieste e Monfalcone per un ramo, Venezia e Ravenna per l’altro) sia verso Nord (Helsinki) del corridoio Baltico-Adriatico. Ci sono sul problema quasi un migliaio di emendamenti proposti al testo iniziale, sia da parte italiana che slovena. Sarà una battaglia dura e complicata, ma dalla quale dipende la vera possibilità di crescita del range portuale del Nord Adriatico.
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