Crisi Salone? E tutti vogliono quello di casa
GENOVA – Chi si accontenta gode. Sarà anche una battuta amara, ma con i tempi che corrono il sollievo di UCINa per la promessa correzione sul redditometro non fa certo pari con la conclusione in tono davvero modesto dell’ultimo salone nautico.
[hidepost]E non stempera le tante polemiche nate proprio sul “dopo salone”, con annunci e contro annunci – alcuni smentiti in via ufficiale ma mantenuti in via ufficiosa – di una rivoluzione per il futuro: salone biennale, salone cancellato fino a tempi migliori, salone trasferito.
Sulle ipotesi di trasferimento, in giro si sente dire tutto e il contrario di tutto. Già prima del salone nautico, una parte importante dei cantieri della vela avevano annunciato una specie di “secessione” proponendo una rassegna parallela a La Spezia, con l’appoggio dell’Arsenale della Marina Militare: non se n’è fatto di nulla, ma all’ultimo tuffo. E l’Ente Fiera di Genova con la battagliera presidente Sara Armella ha difeso con le unghie e con i denti il “suo” salone.
Ora La Spezia torna ad insidiare Genova, secondo alcune indiscrezioni, agganciando una specie di mini-salone alle rassegne che già svolge, con “Maina” e con la mostra dell’usato.
Anche la Fiera di Roma s’è fatta sotto, cercando di raccogliere per il proprio Boat Show gli scontenti di Genova: e puntando sui prezzi meno alti oltre che sulla posizione geografica che favorisce il sud Italia. Poi, nei giorni scorsi, s’è fatta sotto anche Viareggio, con una proposta presentata dal senatore Pieraccini – presenza storica viareggina – dicono direttamente a Paolo Vitelli, boss dei cantieri Azimut Benetti che operano proprio nell’area e che naturalmente non vedrebbero male un salone in loco. Il problema di Viareggio è che per un vero salone nautico galleggiante non ci sono né strutture né spazi: tanto che alcune edizioni fatte in passato sulla Darsena Nuova hanno poi finito per spegnersi lentamente.
Anche in Adriatico c’è chi si fa sotto: in particolare qualche imprenditore vorrebbe rilanciare Rimini. Ma siamo, come già detto, al tutti contro tutti. E per ora più alle chiacchiere che ai fatti concreti, in una crisi del comparto che non sembra certo in via di alleggerirsi nemmeno per la stagione 2013.
A.F.
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