Rimorchiatori la chiarezza della Federazione
ROMA – “E’ di pochi giorni fa – dice una nota di Federimorchiatori – un ennesimo comunicato dell’Autorità portuale di Venezia dai contenuti non corrispondenti alla realtà per quel che riguarda i servizi tecnico nautici, con particolare riferimento al rimorchio portuale. In un momento così delicato per la portualità italiana, Federimorchiatori lo ritiene un atto disinformativo e distorsivo”.
[hidepost]“Le società di rimorchio portuale sono regolamentate entro parametri chiari e trasparenti – continua la nota – combinati in un sistema che ne prevede la discussione di merito e impedisce qualsiasi arbitrarietà e discrezionalità tariffaria. Le società di rimorchio portuale sono sottoposte a controlli e alla disamina di merito dei bilanci delle società concessionarie, delle singole voci di costo e della loro capacità di gestire efficacemente il servizio, in un processo che coinvolge in primo piano le Autorità portuali e le associazioni rappresentative di tutti gli utenti del servizio, oltre quelle degli erogatori, con il controllo del ministero competente. Pertanto, per qualsiasi soggetto commercialmente interessato – AP, Agenti marittimi ed Armatori – è possibile entrare nel merito di gestione e organizzazione del servizio di rimorchio, e dunque nelle conseguenti tariffe che ne scaturiscono, con un processo di totale trasparenza”.
“Per quel che riguarda il porto di Venezia, non può essere trascurato – dice ancora la nota – che si tratta di un porto laguna con le banchine commerciali tra i canali, irraggiungibili senza il supporto dei servizi tecnico nautici e, particolare generalmente omesso, con tempi enormi di attraversamento: le manovre delle navi nel porto di Venezia richiedono un tempo di impegno al servizio di rimorchio che non ha uguali in Italia. A questo si aggiunge il fenomeno naturale giornaliero dei picchi di marea, che genera un congestionamento del porto complessivamente di circa 5-6 ore al giorno per le navi che richiedono tutto il pescaggio, rendendo impossibile un’organizzazione del servizio spalmata omogeneamente sulle 24 ore”.
“Allora a chi i porti li conosce, diviene evidente che ergere Venezia a porto pilota per cambiare leggi, norme e regolamenti non può che apparire quantomeno bizzarro, date le caratteristiche corografiche e meteomarine che lo rendono unico. Allo stesso modo, tentare di superare gli handicap morfologici a scapito degli erogatori di servizi, magari invocando regolamentazioni ad hoc che introdurrebbero una distorsione nella concorrenza tra porti, non può che apparire strumentale. Non è facendo di ogni porto uno stato che potremo affrontare la crisi e l’auspicata ripresa. Infine, per la cronaca, a Venezia le tariffe di rimorchio sono divise per tipologia di navi e chiunque potrà verificare che, ad esempio, una nave traghetto paga 500 euro a toccata”.
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