Civitavecchia è il “new deal”
Diretto cofinanziamento dell’Authority delle opere portuali

Pasqualino Monti
CIVITAVECCHIA – Il porto di Civitavecchia mostra i muscoli. E con una convention di due giorni – tra mercoledì e giovedì scorsi – dall’invero altisonante titolo di “Due giorni del Mediterraneo” ha voluto proporsi come modello per un vero e proprio “new deal” nel finanziamento delle grandi infrastrutture. Conquistando, come ha detto il presidente della sua Port Authority Pasqualino Monti – il ruolo di più importante stazione appaltante nel campo della portualità italiana, ma specialmente mettendo a regime una nuova formula che prevede il diretto cofinanziamento da parte dell’Autorità portuale delle opere in grado di produrre, sulla base di un piano finanziario ad hoc, un ritorno economico certo dell’investimento.
Non sono certo parole vuote, con un programma di investimenti già esecutivi in nuove infrastrutture portuali per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro.
[hidepost]Così mercoledì il presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia in apertura della manifestazione ha presentato i dettagli di un piano che prefigura almeno tre obiettivi ad alta valenza strategica non solo per il porto, ma per l’intera area di produzione e consumo (la seconda per importanza in Italia) che comprende la regione Lazio, ma anche le regioni vicine, Umbria e Marche, collocate su un ideale corridoio Tirreno-Adriatico, destinato a spezzare la cronica incomunicabilità fra i due mari.
Il primo obiettivo – ha detto Monti – è quello di replicare nelle merci e nella logistica il “miracolo” compiuto da Civitavecchia nel traffico crocieristico, facendo del porto laziale un hub per container e altre tipologie di merce. Gli assi da calare sono la disponibilità di aree retro portuali per oltre 5 milioni di metri quadri, gli accosti in acque profonde unici in Italia (pescaggi fino a 22 metri) e quindi capaci di accogliere le navi più grandi oggi in esercizio sulle rotte del traffico container; e infine le infrastrutture di collegamento terrestre (ferroviarie e autostradali) che dopo decenni sono uscite dal libro dei sogni. Monti ha citato in particolare l’autostrada Tirrenica, ma anche la Orte-Mestre.
Il secondo obiettivo è rappresentato dalla realizzazione del nuovo porto commerciale di Fiumicino (gestito come anche Gaeta dall’A.P. di Civitavecchia nell’ambito di un network regionale), che diventerà un secondo scalo crocieristico di livello mondiale in grado di sviluppare su quattro accosti un traffico di oltre 1,8 milioni di passeggeri aggiuntivi rispetto ai 2,6 che oggi Civitavecchia (leader in Mediterraneo) accoglie nel suo alveo portuale.
Il terzo obiettivo è quello di fare di Civitavecchia un polo di progettazione di business nel settore delle crociere e delle autostrade del mare.
Alla presenza del vice ministro ai Trasporti, Mario Ciaccia, e della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, nonché del presidente della Camera di Commercio di Roma, Giancarlo Cremonesi, Pasqualino Monti ha illustrato anche i contenuti finanziari di un piano da oltre 650 milioni di euro di investimenti.
Un piano caratterizzato sia dal massiccio intervento di capitali privati, sia dalla innovativa forma di cofinanziamento che vede l’Autorità portuale affiancare in modo decisivo i finanziamenti pubblici, attraverso una attivazione di risorse che saranno generate dalla conquista dei nuovi traffici. 50 milioni di euro dell’Autorità portuale nel primo lotto delle opere strategiche del porto di Civitavecchia (la nuova darsena traghetti con 9 accosti per ro-ro e crociere; la darsena servizi ed il prolungamento dell’antemurale) di cui è stata posta la prima pietra questa mattina; 70 milioni di euro nella costruzione del nuovo porto di Fiumicino, senza contare lo sforzo per realizzare nel porto storico di Civitavecchia una delle più suggestive a storicamente affascinanti marina del Mediterraneo.
“Civitavecchia – ha sottolineato Monti – ha tutte le carte in regola per rivendicare un inserimento nel core network dei progetti Ten-t”.
La nuova darsena traghetti è stata intitolata a Sant’Egidio. Alla cerimonia di inaugurazione è intervenuto anche il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo.
Infine nella seconda giornata di lavori è arrivata la luce verde sulla Orte-Mestre. Nella prossima riunione del Cipe che dovrebbe svolgersi entro fine mese sarà approvato in modo definitivo il progetto della nuova autostrada “trasversale” i cui 9,5 miliardi di euro di costo saranno interamente coperti con finanza di progetto. L’opera sarà completata in 7 anni e dovrebbe essere quindi operativa a partire dal 2020. La notizia è stata confermata da Anas, durante la 2 giorni del Mediterraneo tenuta a Civitavecchia.
Confermata anche l’approvazione dell’intero progetto della Orte-Civitavecchia: è stata bandita la gara per i 6 km fra Vetralla (Cinelli) e Monte Romano, di cui esiste la copertura, mentre per Anas resta aperto il problema del finanziamento della tratta finale Monte Romano-Aurelia i cui costi sono balzati a oltre 600 milioni di euro.
Nel corso del dibattito svoltosi all’interno della 2 giorni del Mediterraneo è emersa con forza anche la necessità di attuare interventi risolutivi sul tema della logistica dei passeggeri, specie per quanto attiene il trasporto dei crocieristi, oggi costretti a utilizzare i treni pendolari, per raggiungere Roma da Civitavecchia e viceversa. E considerando che la sola Costa Crociere (e queste cifre sono probabilmente applicabili anche a MSC e RCCL) lascia – come emerso dalla discussione – ben 133 milioni di euro di spese all’anno sul territorio laziale fra Roma e Civitavecchia, la sfida vale di essere giocata. Non a caso il direttore generale di MSC crociere, Domenico Pellegrino, ha chiesto che il porto di Civitavecchia, per il suo ruolo leader nelle crociere in Mediterraneo e quindi per la sua funzione sui flussi turistici, venga considerato dal governo italiano un asset strategico del sistema paese.
“Non più Napoli, Genova, o Barcellona. Nell’ottica di un mercato globale, la nuova sfida competitiva per Civitavecchia non è più solo europea, potendo le compagnie essere obbligate a scelte economicamente compatibili con le nuove dinamiche di mercato. E’ necessario avviare subito una politica a livello nazionale a sostegno della portualità italiana che non può più arrendersi a logiche provincialistiche. La presenza di una cabina di regia nazionale, invece, eviterebbe la dispersione di risorse finanziarie, assegnandole a chi realmente è in grado di affrontare le nuove sfide internazionali”, ha affermato Domenico Pellegrino, Managing Director MSC Crociere nel suo intervento alla tavola rotonda.
“In Italia, purtroppo, si fa ancora fatica a dare il giusto peso al settore crocieristico. Ogni nave, infatti, può essere paragonata ad un impianto industriale, capace di generare sul territorio valore aggiunto, ricchezza e occupazione per 365 giorni all’anno. Le compagnie, prima di decidere itinerari e scali, guardano la funzionalità di un’area, data da tre fattori chiave: l’attrattività turistica della destinazione, il bacino d’utenza e l’accessibilità. E proprio su quest’ultimo punto occorre lavorare per il porto di Civitavecchia, non nato certamente come porto crocieristico e quindi non ancora adeguatamente attrezzato e dotato di alcune infrastrutture fondamentali”.
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