Niente default: la cura c’è e spetta all’AP
LIVORNO – “Mi piacerebbe che chi non è direttamente coinvolto nella vicenda si esimesse da commenti che possono creare solo tensioni”.
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Una frase che Federico Barbera, responsabile della delicata trattativa per salvare l’Agelp, si è lasciato sfuggire in una chiacchierata telefonica dei giorni scorsi. E del resto Barbera non ha un compito facile in vista dell’assemblea della prossima settimana, il 22 giugno. Ieri avrebbe dovuto pagare gli stipendi e alla vigilia ci ha detto che la cassa lo consentiva, quindi riteniamo che abbia almeno disinnescato questa mina. Rimane il fatto che anche a suo parere l’Agelp va non chiusa o liquidata ma “rifondata”, calibrandola agli attuali livelli del lavoro provvisorio. “E’ uno strumento – dice Barbera – che è nato con turni per grandi numeri, mentre oggi con la crisi in corso i numeri sono piccoli e quindi i costi sono spalmati su poche ore, con quel che ne consegue”. In sostanza: non ci sono chiamate sufficienti per garantire il funzionamento dell’intero strumento. Ma secondo Barbera non è pensabile né mandare a casa la gente, né farlo strangolare. “Bisogna ricostituire la fiducia nello strumento – dice Barbera – e per farlo bisogna ricalibrare prima di tutto i costi”.
All’assemblea della prossima settimana comunque – e anche Barbera lo ammette – bisogna arrivare con soluzioni già concordate. “Spetta all’Autorità portuale, per l’art. 17 della stessa legge di riforma – ricorda Barbera – intervenire sul lavoro temporaneo. E se per assurdo si dovesse decidere di azzerare tutto, dovrà essere l’Authority a farlo. Ma non è questa la strada che lo stesso presidente Gallanti intende seguire”. Ci sono stati incontri fattivi in questi giorni tra Gallanti, Provinciali, Barbera e i sindacati. L’obiettivo: riportare i costi in termini adeguati alla realtà attuale.
Non sembra occorra un miracolo, perché l’Agelp ha difficoltà ma non sarebbe alla bancarotta: i debiti sono coperti dai crediti, e un allargamento alle imprese più importanti potrebbe rendere tutto più semplice. C’è una settimana di tempo all’assemblea. E sarà la settimana cruciale.
A.F.
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