Authority, tagli in vista?
Alla ricerca delle riduzioni dei costi pubblici, si tornerebbe a solo una dozzina di sistemi
ROMA – Sono troppe le 23 Autorità portuali italiane? All’esame del governo, che sta freneticamente tentando di tagliare le spese e gli enti “inutili” anche su sollecitazione dell’Unione Europea, è emersa anche la proposta di ridurle, accorpandole in sistemi. Tornando a un massimo di 12 Autorità portuali “allargate” che fagociterebbero quelle minori più vicine.
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Se n’è parlato, in termini ovviamente preoccupati, anche nell’ultimo vertice di Cagliari delle stesse Port Authority: e se ne sta riparlando in questi giorni in ambito ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Difficile capire se si tratti di uno dei tanti treni che in questi anni sono partiti e partono per ridurre i costi, ma che non arrivano mai. Qualche preoccupazione comunque sembra confermare che stavolta ci siano elementi di concretezza. Gli accorpamenti peraltro – secondo il progetto che circola già a Roma – non sarebbero affatto indolori. Se è oggettivamente difficile andare brutalmente su accorpamenti regionali – cancellare La Spezia e Savona per accorparle a Genova sarebbe più che una rivoluzione un massacro secondo le stesse Authority interessate – in alcuni casi, specie al sud, la proliferazione di Autorità anche per porti marginali potrebbe realisticamente essere fermata dai suddetti accorpamenti. Invertendo una tendenza che con i precedenti governi aveva portato a creare Authority portuali anche dove non si è stati ad oggi in grado di capire bene a che servano. E sarà questo uno degli argomenti di prossima discussione sia a livello di “commissario” per il taglio degli sprechi sia a livello interministeriale prima delle vacanze estive.
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