Il nostro perché
LIVORNO – Forse non c’è bisogno di spiegarvelo, questo fiocco giallo che abbiamo deciso di pubblicare in bella evidenza per il numero di Pasqua. Di fiocchi gialli simili ne avete visti nei giorni scorsi al bavero di personalità italiane di ogni tipo, e persino di annunciatori televisivi e di gente dello spettacolo. E’ un simbolo “inventato” negli Usa quando la gente voleva esprimere speranza e attesa per i tanti militari che a partire dalla guerra del Vietnam erano finiti prigionieri e non si sapeva quando sarebbero tornati a casa.
Il nostro fiocco è dedicato, insieme al nostro affetto, alla nostra stima e alle nostre speranze, ai due fucilieri del battaglione San Marco Massimiliano Latorre e Salvatore Girolamo proditoriamente imprigionati in India per la vicenda della nave Enrica Lexie.
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Una storia amara ma non solo. Una storia piena di punti oscuri ma non solo. Una storia che, per tagliar corto, non fa onore a quel grande paese democratico che è l’India ma non fa onore nemmeno all’Italia: per come ha reagito (o meglio: non reagito) al comportamento contrario a tutte le normative internazionali delle autorità indiane.
Non è questo il luogo e non è questo il momento per dare giudizi specifici, né tantomeno per invocare una “politica delle cannoniere” che non ha più senso (e che comunque non saremmo certo in grado di attuare). Però vogliamo mandare ai due ragazzi del San Marco l’augurio di tutti noi – e speriamo di tutti i nostri lettori – perché la loro assurda prigionia finisca presto. E finisca con il riconoscimento pieno della loro dignità di soldati al servizio della Patria, che li ha mandati a vegliare in armi sul mare. Come recita la preghiera del marinaio; e come oggi recitano tutte le preghiere di coloro che tra noi sanno ancora pregare.
A.F.
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