Toscana Offshore così la Olt si “livornesizza”

Peter Carolan
LIVORNO – Il punto sul rigassificatore che entrerà in funzione al largo della costa livornese nella primavera del 2013. Ma anche e specialmente l’identikit delle società che hanno investito quasi dieci anni di impegno, e circa 600 milioni di euro, per un progetto che punta a portare alla rete del metano italiana 3,7 miliardi di metri cubi all’anno del prezioso gas.
Questi i temi trattati lunedì scorso al Propeller club dall’amministratore delegato della Olt Toscana Offshore, ingegner Peter Carolan e dal suo principale collaboratore tecnico, l’ingegner Giovanni Giorgi responsabile delle operazioni e della manutenzione.
Una serata interessante, non per niente sviluppata sotto il titolo – che lo stesso presidente del Propeller capitano Fiorenzo Milani ha voluto richiamare – di “un’opportunità per Livorno”.
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Della piattaforma offshore e dei lavori ormai in via di conclusione sulla “Golar Frost” a Dubai, si è scritto e si è detto ormai quasi tutto. Assai meno, anche per il fatale diluirsi della vicenda in ben dieci anni di pratiche e di burocrazia, si è detto sulle società impegnate nel progetto, che dall’inizio (quando peraltro l’impegno era stato previsto in soli 300 milioni) hanno avuto almeno un paio di passaggi. E la serata al Propeller è servita anche e specialmente a colmare questo vuoto.
Riassumiamo brevemente: il progetto vede oggi impegnati il colosso di Reggio Emilia Iren, quotato in Borsa e specializzato nella distribuzione di energia, in abbinata paritetica all’altrettanto importante gruppo tedesco E.on, ciascuno con il 46,79% delle quote della Olt Offshore Toscana. Il rimanente 2,69% è dell’armatore Golar, con la nave in corso di trasformazione.
Le ricadute sul territorio sono, come è stato riferito, importantissime e ancora in gran parte da evidenziare. Torneremo a parlarne più diffusamente nel prossimo numero. C’è semmai da sottolineare la dichiarata volontà della società di diventare sotto tutti gli aspetti “livornese”. E non solo per il sincero sforzo di Peter Carolan di parlare italiano (l’altra sera ha cercato anche di “livornesizzarsi”, con l’aiuto del livornese autentico Giovanni Giorgi, tra l’altro appassionato velista) ma anche perchè la Olt Toscana Offshore vuole sviluppare ancora di più un rapporto diretto con le istituzioni e con la gente, calandosi nelle realtà locali e nei loro problemi.
Una prospettiva di grande valore, è stato commentato l’altra sera; in tempi come questi di grandi difficoltà economiche e imprenditoriali che non hanno risparmiato anche il settore dell’energia; dove si sono registrati cali dei consumi (la crisi industriale ha ridotto la richiesta di metano malgrado la durezza dell’inverno e la crescita della richiesta delle famiglie per il riscaldamento) e il conseguente disimpegno di altri grandi gruppi su progetti come quello di Brindisi e quello di Rosignano.
Tra le notizie, anche quelle relative alle quattro certificazioni ottenute dalla Olt Offshore Toscana, a chiusura di un iter avviato un anno fa. Sono quella di Qualità (ISO 9001), Ambiente (ISO 14001), Sicurezza & Salute Lavoratori (OHSAS 18001) e Responsabilità Sociale (SA 8000). Come a dire: sia sul piano della qualità che delle arie tutele ambientali e del lavoro, tutte le carte sono in regola.
A.F.
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