Le Galapagos vietate a maxi-navi da crociera
Solo quelle fino a 500 passeggeri possono approdare dopo una serie di verifiche – Limiti anche agli yachts
QUITO – Gravissimi incidenti navali come quello recente della Costa Concordia hanno acceso aspre discussioni sulla rotta delle navi, siano esse da crociera che cargo. In particolare sul transito di unità in acque che fanno parte di Parchi Nazionali e Riserve Marine protette. Ma vediamo le leggi e le normative di Santuari di Paesi esteri, prendendo ad esempio uno dei Parchi Nazionali più famosi del mondo: quello delle isole Galapagos, creato nel 1959.
Anche qui si sono registrati gravi incidenti navali, come quello di una decina di anni fa, protagonista la bettolina Jessica incagliatosi a poca distanza dall’isola di San Cristobal.
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Fortunatamente senza provocare vittime, ma con fuoriuscita di greggio che in poco tempo ha inquinato le acque circostanti, dichiarate nel 1978 dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”.
In passato grosse navi da crociera internazionali visitavano le Galapagos, con ancoraggio davanti l’isola di Santa Cruz, dando la possibilità ai passeggeri di visitare la Stazione di Ricerca Charles Darwin e di osservare alcuni tra gli animali tipici di questa zona. Ma col passare degli anni le Autorità ecuadoriane hanno proibito il transito e l’accesso di navi di grossa stazza in tutte le acque che circondano le 19 isole, con restrizioni aumentate dopo l’incagliamento della Jessica.
Attualmente l’ingresso di navi straniere da crociera in acque galapaguene è permesso soltanto a quelle con un massimo di 500 passeggeri e con scalo obbligatorio a Puerto Baquerizo Moreno nell’isola di San Cristobal. Ma si richiedono molti requisiti, l’adempimento dei quali viene verificato all’arrivo dalla Capitaneria di Porto locale e dalla Direzione del Parco Nazionale delle Galapagos.
Innanzi tutto si deve presentare il certificato di registro dell’unità del Paese di appartenenza, quindi un documento firmato del Comandante che dichiara di rispettare le regole del Parco. E’ richiesto anche il passaporto di tutti i marittimi a bordo nonché quello dei passeggeri.
Una quota irrevocabile deve essere versata in anticipo quale garanzia atta a certificare che non si intendano trasgredire le normative richieste. Inoltre la Direzione del Parco Nazionale esige il nome delle guide incaricate di accompagnare i turisti a terra e il programma delle attività che si intendono svolgere.
Ad ogni arrivo la nave subirà quindi un’ispezione tecnica a bordo dove saranno verificati tra gli altri, i sistemi di trattamento delle sentine di acque nere e grige, come pure il tipo di procedimento adottato per lo smaltimento dei rifiuti organici ed inorganici. In caso di anomalie o di inadempimento di queste normative la Direzione del Parco potrà iniziare una azione legale.
Ma non è tutto. Secondo il recente regolamento speciale sul turismo in Aree Naturali protette la nave internazionale da crociera con 500 passeggeri potrà visitare le Galapagos una volta sola l’anno con una durata massima di 15 giorni in zona. Non sarà neppure permesso lo sbarco definitivo e l’imbarco di passeggeri durante la visita. Differente è la normativa per yacht adibiti a crociera che potranno fare scalo in qualsiasi isola dell’arcipelago, ma con durata massima di 20 giorni improrogabili di permanenza. Anche in questo caso è però richiesta una poliza di assicurazione contro ogni rischio, compresa la contaminazione ambientale e responsabilità civile. In tutti i casi è necessario appoggiarsi ad un agente locale. Le navi cargo per approvvigionamenti di merci varie e carburante non potranno superare le 1.200 tonnellate.
Come si può notare i requisiti richiesti sono restrittivi, ma non scoraggiano molti armatori soprattutto quelli di grossi yacht che organizzano crociere alle Galapagos con partenza dalla costa ecuadoriana che dista soltanto 950 chilometri. Le Galapagos costituiscono una grande attrattiva grazie al loro ecosistema che annovera specie di fauna uniche al mondo come le tartarughe giganti, le iguana marine, i pellicani grigi, i cormorani non volatori. Ma anche la flora annovera ben 220 piante endemiche tra le quali alcune varietà di cactus. Certamente molto è cambiato da quando nel 1835 Charles Darwin a bordo del Beagle arrivando nell’arcipelago, dopo avere osservato il comportamento animale, elaborò la celebre Teoria dell’evoluzione per selezione naturale. Ma si spera che, con le severe normative oggi in atto, questo angolo remoto, come tutti i Parchi Nazionali Protetti del mondo, siano preservati intatti al più lungo possibile.
Clelia Pirazzini
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