Nel decreto sulle liberalizzazioni norme (e delusioni) sui dragaggi
Si è cercato di snellire ma rimangono perplessità sulle doppie autorizzazioni – E non compaiono più le indicazioni sul conferimento in mare delle sabbie pulite
ROMA – L’eterna diatriba sui dragaggi portuali e sul conferimento dei relativi fanghi è approdata al decreto sulle liberalizzazioni. Con alcune importanti novità ma anche con qualche delusione (si legga all’interno del giornale la presa di posizione di Assoporti, che conferma la presentazione di emendamenti al testo stesso).
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Vediamo intanto in dettaglio quali sono i temi del decreto, predisposti con la collaborazione dello stesso ministero dell’Ambiente.
L’art. 48 del decreto si occupa in particolare dei dragaggi sui siti SIN, e consente di attuarli anche contestualmente alla predisposizione del progetto di bonifica con un doppio passaggio: il progetto di dragaggio da approvare entro 30 giorni dal ministero delle Infrastrutture e quindi dal ministero dell’Ambiente in via definitiva. Il progetto deve indicare la destinazione dei fanghi e l’eventuale realizzazione di impianti di bonifica degli stessi, da approvare contestualmente al nulla osta dei dragaggi. Le analisi vanno fatte in base al decreto del 7/11/2008.
Rimane un passaggio burocratico non certo velocizzato per la cessione a terra dei fanghi catalogati non inquinati; si rimanda infatti il tutto a un futuro decreto ministeriale. Un male antico del legislatore, quello di rimandare a ulteriori decreti, che ha già fatto in passato notevoli danni, e che minaccia di farne altri.
Non sembra infine sia prevista, come si sperava da più parti, la discarica in mare dei materiali di dragaggio risultati non inquinanti e di consistenza sabbiosa. Salvo ulteriori emendamenti a un già complesso decreto.
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