Castalia: “beccati” i bidoni
LIVORNO – Beccati: almeno dalle prime schermate, i famigerati bidoni di solventi caduti da Eurocargo Venezia al largo della Gorgona sarebbero stati identificati. Ce l’ha fatta tre giorni fa l’unità per ricerche oceanografiche Minerva Uno, impegnata per conto di Castalia nella campagna per rintracciare i due autoarticolati e i 198 fusti di merce “pericolosa” (catalizzatore esausto a base di Nichel Molibdeno), tramite le sofisticate apparecchiature di bordo (side scan sonar e magnetometro a protoni). Il sonar ha individuato, all’interno dell’area di scansione del fondale programmata, (a 420 metri di profondità poco più di 9 miglia a nord-ovest di Gorgona) due bersagli di grosse dimensioni compatibili con la massa di due autoarticolati.
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Nell’intorno dei due oggetti sono apparsi, poi, ai sonar dei targets più piccoli, di circa un metro in lunghezza, compatibili con l’aspetto dei bidoni metallici che trasportava la nave.
La campagna di ricerca è iniziata il 6 febbraio e segue secondo la proposta tecnico-scientifica redatta dalla società Castalia per conto della società armatrice della nave Eurocargo Venezia (Atlantica di Navigazione) e vagliata dagli enti ed organismi preposti, riuniti in un apposito “tavolo tecnico” convocato dal ministero dell’Ambiente, che ha ulteriormente fornito indicazioni alla società operante.
Imbarcato a bordo della Minerva Uno c’è anche un Ufficiale della Guardia Costiera al fine di seguire da vicino l’insieme delle operazioni, unitamente ad un sottufficiale del Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Le operazioni proseguiranno nei prossimi giorni. La nave è rientrata mercoledì nel porto di Livorno per far rifornimenti e dare un giorno di riposo all’equipaggio e ai tecnici. Le ricerche sono già riprese perché adesso dovrebbe cominciare la fase due, cioè la caratterizzazione certa dei bersagli (con il Rov filoguidato) e poi si studierà se e come recuperare il tutto. Con tutte le osservazioni e le perplessità che abbiamo già espresso su queste pagine, per un’operazione che sembra supportata più da campagne emotive che da una vera e attenta analisi del reale pericolo costituito dai famigerati bidoni.
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