Patenti, patentini e bufale
ROMA – Nella grandinata di proposte anche demenziali che i signori membri del Parlamento si dilettano di inventare, una almeno sembra definitivamente affossata: quella di istituire un “patentino” nautico anche per le barchette con potenza sotto i 40 cv. Per uccidere definitivamente un settore di nautica che è letteralmente alla canna del gas, non sarebbe mancato altro. Per fortuna la proposta è saltata.
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Non c’interessa fare il nome del genio che ha proposto il “patentino”: o dei geni, visto che sarebbero in parecchi ad aver sottoscritto l’idea. Possiamo comunque riferire che una mezza vittoria (di Pirro? Si vedrà presto) l’avrebbero portata a casa: sarebbe passata infatti in una delle Camere la loro seconda proposta, quella della patente a punti anche per la nautica. Ovviamente l’iter parlamentare per diventare legge è ancora lungo e c’è la ragionevole speranza che anche su questo punto ci sia un ravvedimento. Non tanto per proteggere i pirati del mare – ai quali la patente va tolta tout court – ma per varare un’altra delle innumerevoli grida manzoniane di cui la nostra legislazione è imbottita. Perché i controlli per i punti sarebbero farraginosi e quasi impossibili, perché Capitanerie e Guardia Costiera sarebbero oberate con il rischio di distoglierle da altri temi più seri, e infine perché sarebbe necessaria un’anagrafe nazionale delle patenti nautiche, che malgrado le tante promesse (fin dal Codice della nautica di anni fa) nessuno è stato ancora in grado di mettere in piedi.
Ce la faremo, un giorno o l’altro, a diventare un paese serio, con normative serie e non voli velleitari che fanno solo confusione?
A.F.
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