“Minerva Uno” per Castalia alla caccia dei bidoni perduti
La nave è dotata di strumentazioni da fondale compreso un Rov capace di operare fino a 2 mila metri – L’impegno del raggruppamento presieduto da Salvatore Barone
ROMA – La direzione marittima della Toscana è al centro, in questo periodo, di due importanti operazioni di difesa ambientale, entrambe con in primo piano il raggruppamento d’imprese Castalia Ecolmar, che da anni è il braccio operativo dello Stato nella difesa del mare a fianco delle Capitanerie di porto. Presieduta dal comandante Salvatore Barone, vecchio lupo di mare, fondatore della stessa Castalia e tra i primi in Italia a credere nella necessità della prevenzione lungo le coste della penisola, Castalia Ecolmar sta operando intorno al relitto della Costa Concordia all’isola del Giglio, con operazioni di antinquinamento e con numerosi mezzi che collaborano con le imprese di salvataggio Smit e Neri per la difficile rimozione del bunker dalle tanche della disgraziata unità.
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Castalia Ecolmar è inoltre in primo piano nella complessa operazione di ricerca dei 112 bidoni pieni di catalizzatore caduti in mare dalla nave “Eurocargo Venezia” durante la tempesta del 17 dicembre.
La compagnia di navigazione (Atlantica di Palermo, gruppo Grimaldi Napoli) ha infatti incaricato il raggruppamento d’imprese Castalia di avviare la ricerca, con eventuale operazione successiva di recupero dei bidoni, con l’utilizzo di nave “Minerva Uno”, già sul posto.
La nave, recita l’ordinanza della Capitaneria di porto livornese “procederà ad indagine geofisica e video con strumentazione a scafo e trainata/teleguidata tipo sonar a scansione laterale, multi-beam, magnetometro e Rov (piccolo sottomarino senza pilota guidato dalla nave). La nave effettuerà le ricerche senza soluzione di continuità temporale, procedendo a velocità minima (3 nodi) su un’area al largo della Gorgona che è stata individuata con lo studio dei tracciati AIS di quella famosa alba di tempesta, quando l’”Eurocargo Venezia” – come già pubblicammo – fu costretta a una violenta accostata per evitare nel pieno del maltempo un’altra nave che la stava incrociando. Si tratta di un quadrato con fondali che variano dai 200 ai 500 metri, con isobate molto avvicinate e quindi con una caduta quasi a picco della profondità. Nelle sue operazioni, la “Minerva Uno” è coadiuvata dal rescue vassel “Tito Neri” dell’omonima impresa, anch’esso operativo nell’ambito del raggruppamento Castalia.
La scelta di Castalia è caduta sull’utilizzo della nave “Minerva Uno” perché si tratta di una unità oceanografica di alto livello, costruita a suo tempo – con la consulenza della stessa Castalia – per il consorzio interuniversitario delle scienze del mare CoNISMa, con il nome di “Universitatis”. Successivamente la nave è passata alla Sopromar di Fiumicino, raggruppamento Castalia, con il nome di “Minerva Uno”.
L’ex “Universitatis” è lunga 45 metri, larga 9 metri, ha un pescaggio massimo di 3 metri e un dislocamento di 700 tonnellate. E’ motorizzata con due Caterpillar da 750 kw l’uno con elica prodiera e sistema di governo Shilling (intubato) ed ha un’autonomia di navigazione di 30 giorni a velocità di crociera di 14 nodi. E’ dotata di dissalatori di acqua di mare, generatori elettrici, due radar, sistemi GPS e DGPS, ecoscandaglio fino a 5 mila metri di profondità, un gommone a chiglia rigida di servizio e un equipaggio di 15 uomini (più alloggi per un’altra ventina di tecnici).
Le ricerche dei bidoni di “Eurocargo Venezia” continueranno, maltempo permettendo, per tutta la prima metà di febbraio. Si spera infatti che grazie alle sofisticate apparecchiature della nave e alla conoscenza approssimativa dell’area dove i bidoni furono perduti, la loro identificazione possa avvenire in tempi relativamente brevi. Poi scatterà l’eventuale seconda fase dei recuperi, non prima di aver monitorato le condizioni del mare circostante ai bidoni stessi per appurarne l’eventuale pericolosità.
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