Visita il sito web
Tempo per la lettura: 4 minuti

Prioritari per il sistema dei porti italiani dragaggi e scadenze delle concessioni

Liberalizzazioni si, ma asettiche e sotto controllo – Per l’intermodalità e le autostrade del mare, copiare il modello Canada – Un piano nazionale della logistica che dimentichi le istanze politiche e sviluppi i temi tecnici

Carlo Mearelli

Presidente Mearelli, lei subentra a Nereo Marcucci in un momento estremamente delicato per la logistica italiana e a più larga scala europea. Che cosa si attende e che cosa spera di poter ottenere il suo settore dal governo in carica e dal ministro Passera in particolare?

“L’amico presidente Marcucci non ha avuto vita facile a confrontarsi con un governo che aveva poche idee sul settore, preso com’era in tutta attenzione al comparto del trasporto su gomma. A differenza dei governi politici, oggi il ministro Passera ed i suoi colleghi hanno una grande opportunità che debbono cogliere, non debbono rispondere ad elettorati, e, quindi, sono più liberi di agire in coerenza strategica di sistema.

In ambito più strettamente portuale, sembra ormai non più prioritaria l’approvazione della riforma della legge 84/94: o almeno non figura tra i provvedimenti che stanno a cuore al governo. L’Assologistica è d’accordo su questa scelta?


[hidepost]

“Debbo dire che il governo ha colto una prima serie di punti portando a provvedimento il tema dei dragaggi su cui adesso attendiamo il relativo provvedimento di attuazione, siamo fortemente preoccupati sul tema delle concessioni e della loro scadenza. Il patrimonio delle imprese e dei loro investimenti nel tempo non possono non essere oggetto di valutazione prioritaria per la continuità industriale”.

Tra i temi in discussione, con posizioni estremamente variegate, c’è anche l’opportunità o meno di mantenere in programma il crono-programma per il ponte sullo stretto di Messina. A suo parere va considerata una delle priorità o no?

“Credo che il paese abbia altro a che pensare oggi ed anche domani”.

A più riprese si è sentito dire che in Italia i porti marittimi sono troppi, alimentati da finanziamenti a pioggia o addirittura clientelari, e che sono anche troppi gli interporti, pochi dei quali hanno una reale funzione nel quadro dell’intermodalità. Qual’è il suo pensiero?

“Il tema della multimodalità è un argomento di politica strategica nazionale e forse ormai neanche più, noi l’abbiamo trattata negli anni come atto di propaganda e di potere locale. Questo non ha funzionato e non funziona. Il paese necessita di un vero piano della logistica di tipo tecnico che risponda alle esigenze dei mercati e non del parlamentare di turno.

Uno dei provvedimenti che il governo Monti ha annunciato è quello della liberalizzazione della rete ferroviaria, per favorire l’ingresso di altri operatori sui binari e migliorare con la competizione il servizio e la sua economicità. Alcuni porti, come Trieste con il terminal TMT, hanno già importanti accordi sul cargo con le ferrovie austriache. Ritiene che questa strada sia da allargare a tutto il territorio nazionale?

“Vede il tema delle liberalizzazioni necessita di un sistema di valutazione e controlli asettico e puntuale, vedo troppi amici degli amici in giro che puntano esclusivamente a bocconi ricchi delle reti, lasciando il resto al pubblico. La concorrenza si fa su basi serie e paritarie. Guardi cosa è accaduto nel trasporto aereo in questi anni in Italia, altro che liberalizzazioni, c’è stata una proliferazione di imprese che attraverso buoni uffici hanno costruito imprese in perdita, riducendo complessivamente il potere complessivo di imprese con massa critica a livello internazionale, portando l’Italia, una delle prime nazioni al mondo in termini industriali ad essere vassallo di Francia ed Olanda. E questa la chiama una scelta oculata di un governo degno di questo nome. Facciamo attenzione alle sirene ed ai loro suoni, forse sono portatrici di interessi non proprio nazionali”.

Nel nuovo organigramma di Assoporti si parla di una razionalizzazione dei compiti sulla base delle competenze di settore. In particolare per la portualità ritiene che possa esserci un team di riferimento?

“Guardi tutte le rappresentanze debbono rivedere i loro modi di approcciare l’area di competenza, è imposto dal momento complesso che tutti viviamo. La competenza è il leit motif che deve orientare la bussola. Gli uomini non mancano”.

I recenti blocchi operati dai Tir confermano, al di la dell’esasperazione degli addetti al comparto, che gli aumenti indiscriminati delle tasse sui carburanti rischiano di avere pesanti ripercussioni su tutta la catena logistica. Qual’è il pensiero della sua associazione?

“Il trasporto su gomma è un elemento fondamentale della mobilità delle merci, non solo in Italia, la differenza con molti paesi, i più avanzati, risiede nell’approccio politico al sistema. Da sempre abbiamo gridato ai quattro venti che piccolo è bello, i risultati sono questi. Il tema del nanismo industriale delle imprese di trasporto su gomma acuisce i problemi in momenti di crisi. E’ fondamentale una razionalizzazione delle piccole imprese consorziandole ed abbassando i costi unitari di gestione per km percorso”.

L’Europa ha varato da anni un programma di Autostrade del mare che RAM italiana porta avanti con decisione, ma anche con parecchi ostacoli dovuti in particolare alle carenze dell’”ultimo miglio” sui porti. Ci sono soluzioni non miracolistiche che Assologistica può indicare al governo e al Paese?

“Serve una chiara regia di un ponte di comando che sappia armonizzare la vera domanda ed un’offetta coerente che faccia sistema tra i vari soggetti della multimodalità. Io parlerei di un struttura di missione del governo per la logistica. Copiamo il modello Canada, Passera può farcela, ed Assologistica è pronta alla sfida”.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
1 Febbraio 2012

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora