Neri: via al pompaggio del fuel del “Concordia”
Sono in fase di sistemazione le flange speciali nella prima cisterna a prua del relitto – Le presenze dell’impresa e del raggruppamento Castalia
ISOLA DEL GIGLIO – E’ una delle più grandi operazioni di disinquinamento e di recupero di un maxi relitto mai fatte nel Mediterraneo: e da due giorni le imprese specializzate Smit Salvage e Neri recuperi Navali hanno cominciato ad operare a pieno ritmo sul relitto della “Costa Concordia” in ottemperanza al piano elaborato dai tecnici e autorizzato dalla Protezione Civile.
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Il piano è attualmente diviso in due fasi: il recupero del fuel (2200 tonnellate di olio pesante e 300 circa di gasolio) dalle 16 cisterne del relitto; e la messa in sicurezza dell’ambiente con una doppia cintura di panne galleggianti. Il pompaggio vero e proprio dalla prima cisterna (si comincerà con quella emersa più a prua) dovrebbe cominciare la prossima settimana, intanto si è proceduto a sistemare la “flangia” su cui andrà innestata la manichetta che, con il preventivo riscaldamento del fuel, dovrà estrarlo e riversarlo nella bettolina “Giglio” noleggiata dal gruppo D’Alesio (fino a ieri in bacino di carenaggio a Livorno per una verifica di dettaglio di tanche e impianti di bordo).
Come ha specificato Piero Neri, che mercoledì e giovedì era al Giglio per un’ispezione al pontone “Meloria” (che è la base operativa proprio sottobordo al relitto) l’operazione sarà lunga e difficile. Vi partecipano anche per la sua impresa, i rimorchiatori “Algerina” e “Tito V”, più mezzi minori. Per Castalia, che si sta confermando uno degli assi dell’intera operazione, sono presenti anche il grande supply “Tito”, il rimorchiatore “Tirreno” e tre unità minori dotate di skimmers.
Il gruppo Neri ha schierato sul posto i suoi migliori operativi. Il team è diretto da Corrado Neri e da Enrico Mucci, con il supporto del comandante Vero Campaccio e con l’intero equipaggio del “Meloria”, che ha al suo attivo anche altre clamorose operazioni come il recupero del tesoro del vapore partenopeo “Polluce” speronato nell’800 nel canale dell’Elba.
Un elemento di relativa tranquillità acquisito nelle ultime ore è la notizia che il relitto si sarebbe stabilizzato. Ma tutto, come sempre, ha margini di incertezza legati alle condizioni meteo.
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