Assoporti, crisi confermata otto Autorità danno la disdetta
Hanno lasciato l’Associazione dei porti tre scali adriatici e cinque tirrenici – Contestata la gestione dell’attuale vertice – Incontri anche con esponenti del governo Monti?
ROMA – Da mesi se ne parlava, e a un certo punto sembrava che la cosa si fosse bloccata in relazione alla crisi di governo, per non prendere decisioni in un momento di incertezza di potere. Ma adesso – dopo quella che secondo indiscrezioni è stata una serie di consultazioni con importanti membri del nuovo governo – il dado è stato tratto: otto Autorità Portuali sono formalmente uscite da Assoporti, contestandone la gestione e i vertici. Sono, in ordine alfabetico, le Autorità di Ancona, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Napoli, Olbia, Taranto e Trieste.
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In una lettera elaborata da un ristretto comitato degli otto e firmata da tutti i presidenti scissionisti, si rileva come da tempo la gestione di Assoporti abbia creato diversità di opinioni anche sulle strategie. Non si contesta tanto l’importanza in se dell’Associazione, che anzi dovrebbe essere valorizzata e rilanciata, quanto una condotta verticistica che avrebbe tenuto di poco conto le istanze generali. Alcune delle critiche erano emerse già da mesi, e puntualmente raccolte da questo giornale: ultime delle quali il sorprendente contratto con l’Ansa per la divulgazione di comunicati che – come è stato specificato più volte da alcuni dei presidenti che oggi hanno tagliato i ponti con l’associazione – dovrebbe far parte dei compiti istituzionali dell’agenzia.
Difficile in tempi stretti – l’annuncio del “pronunciamento” è di ieri – valutare appieno quali potranno essere gli sviluppi prossimi venturi. E’ evidente tuttavia che la scelta dei tempi non è stata affidata al caso o agli umori, bensì è stata attentamente calibrata anche in base agli sviluppi dei programmi del governo tecnico del premier Monti; quasi certamente con le già accennate consultazioni (formali e specialmente informali) tra i presidenti della scissione e autorevoli esponenti del governo stesso.
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