Autotrasporto colpo di grazia dalle accise
ROMA – Da lunedì scorso il rischio che si spengano i motori dei Tir è altissimo. Trasportounito, di fronte alla impossibilità concreta delle aziende di autotrasporto a far fronte alle nuove spese derivanti dall’aumento delle accise sul gasolio, ha proposto il “fermo tecnico” della categoria, perché non è possibile lavorare alle attuali condizioni tariffarie.
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“Nessuno sciopero – ha affermato Maurizio Longo, segretario nazionale di Trasportounito – ma la diretta conseguenza dell’impossibilità per le aziende, già sull’orlo del fallimento, di far fronte a un onere, che per la categoria e quindi i circa 350.00 veicoli industriali in circolazione, supera i 180 milioni di euro al mese, pari a oltre 600 euro camion al mese”.
“Ma questi soldi non ci sono – prosegue Longo – e per la maggioranza delle aziende del settore la scelta di tenere fermi i mezzi (gravati anche da un aumento del costo industriale largamente superiore alla media europea e nell’impossibilità di recuperare su contratti esistenti il nuovo onere) significa evitare di accelerare lo scontato fallimento”.
Esiste come non mai il rischio concreto di una catena di crack per totale assenza di liquidità. Unica misura tampone possibile è una norma che consenta all’autotrasporto di recuperare trimestralmente le accise e, in parallelo, una forte azione concreta per frenare un costo industriale del carburante non più sostenibile.
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