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Livorno primo step Piattaforma Europa

Alessandro Cosimi

LIVORNO – Le prospettive (o le speranze?) del nuovo piano regolatore del porto interfacciato con la città sono nei giorni scorsi arrivate in commissione comunale, con una audizione del presidente della Port Authority Giuliano Gallanti. Se n’è parlato diffusamente sulle cronache cittadine, con una dichiarazione del sindaco Alessandro Cosimi che la dice lunga sullo stato delle cose: “Ci attende un lavoro da matti e da disperati”. Del tipo: stiamo attrezzandoci per i miracoli. Commento, con qualche scetticismo: speriamo.

Al sindaco Cosimi, che di questi tempi ha ripreso le frequentazioni con Gallanti (dopo il gelo sceso per il “niet” alla proposta di nominare Federico Barbera alla segreteria generale dell’Authority) abbiamo potuto rivolgere qualche domanda al volo proprio sul “lavoro da matti” per il porto.

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Signor sindaco, Gallanti insiste sulle navi da 8 mila teu in Darsena Toscana entro l’anno prossimo. Ma c’è da dragare, c’è da scaricare i fanghi, c’è il bacino di evoluzione…


“Sono problemi concreti, ma non irrisolvibili. Che occorra dragare velocemente è noto da tempo. La vasca di colmata può ancora accogliere i fanghi e c’è un’ipotesi di compattarne il contenuto e di fare altro spazio. Il bacino di evoluzione per navi da oltre 300 metri può essere ancora sufficiente. Gallanti ha ragione sulla priorità di far presto”.

Siamo all’assurdo che adesso ci sono i soldi, anche grazie alla Regione, ma non le normative. E poi le 8 mila teu non erano programmate semmai per la Piattaforma Europa, di cui non si parla più da mesi, dopo l’arrivo di Gallanti?

“Non è assolutamente un progetto cancellato. Semmai non è il primo nella scala delle priorità, anche per evidenti problemi di costi. Nell’ambito del riassetto funzionale degli spazi esistenti, il prossimo step, su cui stiamo lavorando con i tecnici, è il banchinamento della vasca di colmata, proprio come primo settore della futura Piattaforma Europa”.

Ma per banchinare la vasca di colmata ci vogliono passaggi “sine qua non”: la compattazione dei suoi fanghi, che sembra molto difficile…

“E’ difficile ma fattibile. Ci sono soluzioni tecniche già prospettate”.

Tra le quali si è letto che potrebbe esserci – se la magistratura lo consentisse – un trasferimento dei suddetti fanghi al Limoncino?

“Ripeto, le soluzioni ci sono, indipendentemente dalle fantasie più o meno spinte”.

E il rapporto con la Regione? Rossi ha promesso soldi per il Calambrone, ma poi sembra guardare a soluzioni della logistica (Due mari, etc.) che rischiano di compromettere la funzione dei porti di Livorno e Piombino.


“Ho già detto a Firenze, anche attraverso la vicepresidente della Regione Stella Targetti (nell’incontro a Villa Letizia per il protocollo sulla logistica n.d.r.) che sugli assi trans-europei dalla Spagna al Mar Nero e sulla logistica integrata non abbiamo dubbi di essere considerati come figli e non figliastri. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di un “sistema” toscano della logistica che si integri con le grandi reti europee. L’ho ribadito anche di recente al Propeller: attenti perché se non ci muoviamo l’Europa non ci aspetta”.

Tornando al porto del futuro e alla vasca di colmata: lei parla di banchinamento come primo “step”. Ma a che servirebbe banchinare se prima non venisse realizzato il prolungamento della diga foranea per la sua protezione? Un intervento dello Stato in tempi in cui lo Stato non ha un euro per i porti…

“Noi dobbiamo correre sui nostri problemi, senza cercare alibi in quelli da risolvere sul piano nazionale”.

A.F.

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Pubblicato il
26 Ottobre 2011

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