Niente soldi per le autonomie ai porti
ROMA – Niente autonomia finanziaria ai porti: a nemmeno una settimana dall’annuncio del ministro Matteoli a Genova – aveva assicurato che ci sarebbe stata, anche se di “modesta portata”- arriva il “niet” duro e a quanto pare insuperabile di Tremonti.
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Nemmeno quell’1% che Grillo e Giachino, presenti durante l’intervento di Matteoli, andavano sussurrando in platea. Nemmeno – e questo è addirittura il colmo – quei circa 132 milioni che lo stesso Matteoli aveva assicurato, da dividere tra i porti più “bravi” (ed aveva citato Genova, Savona e Gioia Tauro) e di cui abbiamo riferito nel numero scorso. Anche per queste “briciole” è arrivato puntuale il no della Ragioneria di Stato.
Sembrerebbe un no ancora aggirabile, secondo alcuni componenti della commissione finanze, perché basato su un “tecnicismo di finalità” che potrebbe essere superato, ma certo, non si tratta di una strada facile. Lo stesso senatore Grillo, che da anni lavora con ammirabile tenacia (e scarsità di risultati) alla riforma della riforma, sull’Iva sembra ormai essersi arreso: ha dichiarato che “la strada non sembra percorribile”. L’alternativa è spicciolare sui porti circa 100 milioni all’anno garantiti per almeno 10 anni. Ma anche su questa voce, la copertura non c’è e Cerbero-Tremonti fa la guardia. E senza i soldi, parlare di riforma della 84/94 sembra più che altro spingersi sul piano delle utopie. Con buona pace delle speranze e delle attese dei porti italiani e delle Autorità più serie.
A.F.
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