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Tennis Aon con Messina a Genova

Stefano Messina

GENOVA – Lo stadio del Tennis di Valletta Cambiaso era gremito domenica scorsa per la finale dell’Aon Open Challenger Terzo Memorial Giorgio Messina. L’edizione, seguita da un pubblico appassionato ed entusiasta, è terminata con la vittoria dello slovacco Martin Klizan. In questa occasione abbiamo colto l’opportunità di rivolgere delle domande al dottor Stefano Messina, amministratore delegato della compagnia Ignazio Messina & C. S.p.A. e nipote di Giorgio, al cui nome è intitolato il torneo. Grazie alla sua disponibilità abbiamo potuto travalicare il mero contesto sportivo.

Signor Messina, qual’è il suo parere su questa edizione del torneo, per la terza volta Memorial Giorgio Messina, e quali sono i progetti per l’edizione 2012?

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“Questa edizione dell’Aon Open Challenger Terzo Memorial Giorgio Messina mi sembra, cercando di essere obbiettivo al massimo, quella riuscita meglio sino ad oggi poiché abbiamo cercato di lavorare sulle criticità emerse nelle edizioni precedenti ed in particolare su quanto fattoci notare dal supervisor dell’ATP Carmelo Di Dio. Per quanto riguarda il 2012 ovviamente abbiamo già qualche idea in ballo, elemento fondamentale è garantirci la copertura finanziaria perché l’organizzazione del torneo ha un costo che si aggira oramai intorno al mezzo milione di Euro.

Paolo Messina, presidente Ignazio Messina & C. S.p.A. assieme a Martin Klizan vincitore dell'edizione 2011 dell'Aon Open Challenger Memorial Giorgio Messina.

Il torneo Aon, da tre anni intitolato a suo zio Giorgio Messina, raccoglie sempre più presenze fra gli operatori marittimi e gli imprenditori genovesi e nazionali. Ritiene che il nome “Messina” dia impulso a questa partecipazione?

“Indubbiamente il legame affettivo di numerose aziende, imprenditori e manager (legati non esclusivamente ma prevalentemente al cluster marittimo) alla figura di mio zio Giorgio rafforza l’appetibilità dell’evento e la credibilità dell’organizzazione ma cosa dà impulso è certamente il gruppo di lavoro che si è creato intorno alla figura centrale di Mauro Iguera (A.D. della Cambiaso e Risso) che è il leader indiscusso della organizzazione col quale si è creato un rapporto che va oltre a quello professionale e che credo abbia arricchito umanamente entrambi”.

Il torneo significa il raduno di forze giovani che si cimentano con impegno, sacrificio e ambizione di successo. La vostra presenza nel torneo si deve solo ad un fatto affettivo, o è una naturale presenza di persone che nel mondo del lavoro lottano con le stesse caratteristiche e la stessa voglia di emergere proprie dell’agonismo sportivo?

“Nell’ambito del torneo c’è un movimento di persone (professionisti ma anche tanti volontari) e numerosi bambini che per 10 giorni animano la manifestazione. Si rischia di cadere nella retorica quando si fanno questi discorsi ma vedere ieri lo stadio pieno e soprattutto la presenza di alcune centinaia di bambini di tutte le età, è per noi organizzatori il successo più importante, nella convinzione e speranza che questi valori si riescano a trasferire”.

Una motivazione emersa nell’ambito di chi si è impegnato in questo evento è la volontà di creare nuove prospettive di rilancio della vostra città e del paese in generale. Lei ritiene – pur se in controtendenza al pessimismo ed alle difficoltà dei tempi – che nel prossimo futuro ci possano essere sviluppo e ripresa?

“Purtroppo non c’è alcuna correlazione tra l’andamento economico in generale ed in particolare legato al settore dello shipping e l’andamento del torneo che comunque ha visto numerose società investire. Non sono un pessimista di natura ma credo che il mondo nella sua complessità abbia ancora alcuni problemi strutturali (di credibilità e di fiducia) da risolvere ed a breve non vedo segnali di ripresa che per contro prima o poi ci sarà: bisogna tenere duro, migliorare i propri servizi ed i frutti si raccoglieranno certamente”.

C.G.

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Pubblicato il
14 Settembre 2011

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