Francia e Spagna lavorano per super-treni cargo veloci
Progetti comuni per collegare il Mediterraneo al centro Europa – E l’Italia rischia di essere tagliata fuori anche dai ritardi del corridoio 5
PARIGI – Francia e Spagna collaborano per rendere la modalità ferroviaria delle merci il sistema di maggior crescita del prossimo futuro. E mentre in Italia si chiacchiera tanto ma si conclude poco – si concentra sull’alta velocità per i passeggeri, attualmente molto più remunerativa – la Francia metterà in servizio dal prossimo gennaio convogli tuttomerci lunghi 850 metri, che partiranno dalla frontiera spagnola (Le Boulou) e arriveranno in Lussemburgo e da Marsiglia alla periferia di Parigi. Per di più la prima di queste tratte sarà in diretto collegamento con un servizio analogo che Fermed Spagna ha avviato dai porti del Mediterraneo, e che sarà potenziato in parallelo con quello francese per creare un’unica offerta fino al centro Europa.
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Francia e Spagna non fanno sogni pindarici, visto che i loro progetti sono progressivi e non certo impossibili. Attualmente viaggiano in Francia convogli merci lunghi 700 metri, e la modalità ferroviaria copre circa il 15% dell’intero movimento merci, con l’obiettivo di arrivare al 25% entro il 2022. Da parte sua la Spagna punta al “Corredor Mediterraneo” per rendere ancora più competitivi i propri scali al sud, anche in vista dell’attesa partenza dell’area di libero scambio del Mediterraneo, che dovrà intercettare i crescenti flussi di merci tra la sponda sud dell’Europa e quella Nord dell’Africa.
Unico segnale italiano, uno studio per collegarsi ai progetti Fermed dalla Liguria attraverso Ventimiglia, ma con tante di quelle difficoltà concrete – in particolare per la scarsità dei binari, e per la opposizione di Trenitalia a forti investimenti sul merci – che rendono l’iniziativa poco più di un sogno.
Chi spinge sul corridoio ligure alla fine spera che le difficoltà in atto per il proseguo in terra piemontese del Corridoio 5, finiscano per favorire l’alternativa costiera. Ma è noto che i francesi e gli stessi austriaci puntano invece all’alternativa oltre le Alpi, tagliando definitivamente fuori l’Italia.
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