La Spezia rilancia alla grande e Contship pronta a contribuire
Il network di Eurokai punta sul LSTC di Simonetti per prepararsi alla futura ripresa dei grandi traffici – Si delinea un duro confronto con i progetti per Voltri

Nella foto: (da sinistra) Thomas Eckelmann, Lorenzo Forcieri e Cecilia Battistello
LA SPEZIA – La comunicazione dell’Autorità Portuale spezzina è stata, a inizio settimana, un capolavoro di concisione. Letteralmente: il presidente Lorenzo Forcieri è stato due giorni ad Amburgo “per verificare la disponibilità del gruppo Eurokai-Contship a investire a sostegno dello sviluppo del porto di La Spezia. L’incontro è stato definito molto soddisfacente”. Tutto qui: convenevoli con Thomas Eckelmann e Cecilia Battistello, visita al waterfront di Amburgo, foto di prammatica (qui sopra) e stop.
Ovviamente la stampa spezzina s’è sbizzarrita quanto basta. E qualche considerazione possiamo farla anche noi, visto che la visita di Forcieri segue di poche settimane la “rivoluzione” ai vertici delle varie strutture di Contship Italia, nella quale ha assunto guardacaso un super-ruolo il manager del LSTC spezzino ingegner Marco Simonetti, ed è stato anche sostituito il responsabile di Gioia Tauro per l’evidente crisi di quello scalo.
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Non è casuale anche il fatto che Forcieri stia pressando Contship Italia, visto che lo scalo spezzino è quello che nella galassia di Cecilia Battistello sta offrendo le migliori prestazioni, i maggiori incrementi di traffico ed anche il maggior dinamismo in fatto di iniziative, progettualità e valore aggiunto. I successi di La Spezia possono in parte giustificarsi con il trasferimento di una parte delle merci che Contship aveva fidelizzato su Livorno, terminal perduto a favore del gruppo Gip genovese. Ma che La Spezia abbia comunque una marcia in più lo confermano i dati e le valutazioni anche internazionali. Il suo problema è quello comune ad altri porti italiani: essere il porto sostanzialmente “strangolato” dalla cintura urbana, dove i residenti sono assai poco disponibili a sacrifici per favorire la crescita economica del polmone portuale. Ma rassegnarsi e tirare i remi in barca accontentandosi del presente sarebbe un suicidio.
Intelligentemente e con la vista lunga, già da tempo il porto spezzino ha cercato e trovato prolungamenti “inland”, come a Bocca di Magra, ed ha potenziato al massimo il sistema dei treni-blocco. Ma Forcieri è consapevole che per seguire gli attuali trend di crescita, e in vista dell’auspicata – e per adesso sempre posticipata – ripresa mondiale definitiva dei traffici marittimi, occorre prepararsi in tempo con adeguate banchine, adeguati fondali, adeguati servizi logistici ed adeguata intermodalità. E se fino a ieri questo programma poteva sembrare solo la consueta espressione di voli pindarici che accomuna molti scali italiani (si veda la fantascientifica “Piattaforma Europa” di Livorno, sulla quale ormai anche i livornesi più speranzosi stanno mettendo malinconicamente una sbianchettata) adesso la concomitanza di interessi della Port Authority spezzina e di Contship Italia, e la presenza di un timoniere super come Simonetti, fanno credere che la soddisfazione di Forcieri per l’incontro di Amburgo sia qualcosa di più concreto di una dichiarazione di cortesia.
Certo, se La Spezia ha bisogno di nuovi spazi per il porto non potrà che strapparli al mare: il che con la legislazione italiana – e specialmente con i mille incroci di competenze che rendono ogni modifica dello status quo un calvario burocratico e politico – può sembrare la ricerca dell’Araba Fenice. Di positivo però c’è che Forcieri è un pragmatico, assai apprezzato anche dallo stesso ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che pure non gli è vicino politicamente; e che Eurokai – Contship Italia non può permettersi di subire le iniziative lanciate dal vicino e concorrente porto di Genova su Voltri.
Si profila dunque uno scontro di giganti: nel quale, già spazzato via il terzo incomodo (Livorno ai tempi di Italo Piccini) ipotizzare da oggi un vincitore è difficile ed azzardato.
A.F.
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