Mare e pittura il Gruppo Labronico tra due guerre

Nella foto: (da sinistra) Gianni Schiavon, Gianfranco Magonzi, Carlo Venturini, Mario Tredici e Vincenzo Farinella.
LIVORNO – I 90 anni di fondazione del Gruppo Labronico – la gloriosa associazione di artisti ed appassionati di arte che negli anni Venti contribuì a diffondere in Italia la scuola figurativa livornese di Giovanni Fattori – sono celebrati in questi giorni con una mostra intitolata “L’eredità di Fattori e Puccini – Il Gruppo Labronico tra le due guerre” al Museo Civico G. Fattori.
L’evento culturale, curato dal professor Vincenzo Farinella e dal dottor Gianni Schiavon, è realizzato dal Comune di Livorno, dalla Fondazione Cassa Risparmi di Livorno e dal Gruppo Labronico sotto il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Livorno, dell’Accademia Navale di Livorno con il contributo della Camera di Commercio e dell’Associazione “Amici dei Musei e dei Monumenti Livornesi” e rimarrà visitabile fino al prossimo 3 luglio.
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Livorno è città di porto da sempre dedita ai traffici marittimi ma non solo. Nello spirito della città l’amore per lo sport, la politica e le arti in genere. Tante le riuscite in ogni campo e memorabili i suoi artisti: nella pittura i nomi universali di Modigliani e Fattori e tutta la scuola dei macchiaioli. Questa mostra si è ben incastonata nello spirito livornese e, per la cura dell’organizzazione e la ricchezza dell’offerta delle opere esposte (52 delle quali anche inedite al pubblico), risulta un evento di spiccato rilievo per tutti i cultori.
Due mostre in una in realtà, le 213 opere provenienti da collezioni pubbliche e private sono state infatti esposte in due percorsi diversi per ambizioni e finalità: una propone l’illustrazione delle opere degli anni “eroici” del gruppo ossia di quegli anni, dai ’20 in poi, in cui gli artisti labronici si imposero fra i protagonisti nel panorama figurativo italiano. L’altra mostra, dedicata alle opere del Gruppo Labronico nel secondo dopoguerra, (Livorno, a neanche un anno di distanza dalla sua liberazione, seppure in un contesto drammatico sotto tutti gli aspetti, vede una precocissima ripresa dell’attività artistica, forse proprio per l’esigenza avvertita dalla popolazione di ricostruire quell’identità collettiva che la pittura locale riusciva a creare) è invece, come da definizione del professor Farinella, “aperta” ovvero riunisce nell’unità temporale le varie correnti rappresentate dalle nuove associazioni di artisti che riuscirono a mettere progressivamente in crisi gli strenui difensori della tradizione figurativa all’interno del gruppo stesso.
Da segnalare la completezza e la qualità dei cataloghi dedicati alla mostra (Pacini Editore). Sfogliandoli si ritrovano le emozioni provate nella visita di fronte ai capolavori di: Mario Puccini (proprio in suo ricordo si costituì il Gruppo Labronico), Giovanni Fattori, Plinio Nomellini (presenti sei tele di grande pregio), Renato Natali (una fra le migliori selezioni delle sue opere fra cui l’inedito “Marcia su Roma”) oltre a quelli più recenti di Voltolino Fontani e Osvaldo Peruzzi.
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L’evento è stato recentemente presentato con una conferenza stampa dall’assessore alle culture Mario Tredici per il Comune, il professor Carlo Venturini per la Fondazione ed il dottor Gianfranco Magonzi presidente del Gruppo Labronico, oltre ai curatori già citati.
Cinzia Garofoli
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