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Linee guida sul mercato delle linee

L’importanza delle regole per la concorrenza tra vettori dove le strutture sono ridotte

Il tavolo dei relatori: (da sinistra) Alessandra Xerri, Stefano Zunarelli, Paola Mancuso, Francesco Munari ed Andrea Pezzioni.

PIOMBINO – E’ un momento delicato per il porto di Luciano Guerrieri. E nel convegno di sabato scorso a Salivoli – location atipica per rispettare l’ultimo dei “diktat” al risparmio del governo – sono stati toccati molti dei temi che lo rendono così speciale. Il presidente dell’Authority (oggi si chiama di Piombino e dell’Elba) è stato sincero: e lui che non ama certo forzare i toni, ma è conosciuto per l’equilibrio e la ragionevolezza, ha dovuto ammettere che la stessa gestione dell’Autorità incontra parecchi problemi, compreso quello che anche gli accordi sottoscritti con il governo centrale vengono troppo spesso rivisitati. E non in meglio.

Il workshop sul mercato dei servizi di trasporto marittimo – cui abbiamo dedicato il nostro Quaderno di febbraio – ha voluto affrontare il delicato equilibrio all’interno di quegli scali dove la domanda di accosti supera di gran lunga l’offerta: il caso appunto di Piombino che per la sua posizione geografica non è solo la “porta” per l’Elba – che d’estate diventa una vera e propria fabbrica di soldi per chi fa il trasporto marittimo – ma anche e specialmente un ideale trampolino per Corsica e Sardegna, due destinazioni estive anch’esse molto remunerative.

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Il comandante Antonio Catino (a sinistra), il presidente Luciano Guerrieri ed il presidente Francesco Nerli.

Con il piano varato dalla Port Authority e presentato sabato grazie anche al supporto scientifico-legale degli esperti (l’avvocato Francesco Munari dell’università di Genova, il dottor Andrea Pezzoli dell’autorità garante della concorrenza, la professoressa Alessandra Xerri dell’università di Cassino, il professor Stefano Zunarelli dell’università di Bologna), il porto e la stessa città di Piombino si sono candidati a sperimentare un progetto di regolamentazione dei servizi che – hanno ribadito sia gli esperti che lo stesso Guerrieri – può essere “esportato” e quindi adattato agli altri scali italiani con gli stessi problemi. Luca Sisto, presidente della Commissione Trasporti a corto raggio di Confitarma e Fabrizio Morelli, tecnico dell’assessorato ai Trasporti della Toscana, hanno ribadito a loro volta l’importanza di regole condivise che favoriscano la concorrenza ma non la conflittualità in banchina. Peccato l’assenza totale, nel workshop, del ministero dei Trasporti (il direttore generale Cosimo Caliendo ha dato forfait e non ha potuto inviare alcun dirigente); ha cercato di rimediare il comandante della capitaneria di Portoferraio CF (Cp) Antonio Catino che ha sottolineato anche la perfetta collaborazione tra Autorità Marittima e Portuale nel comparto, nel reciproco rispetto delle competenze stabilite dalla legge 84/94. Piero Nocchi, assessore ai Trasporti della Provincia, ha battuto a sua volta sulla necessità di operare come “sistema portuale” a livello costiero: una aspirazione non nuova della Regione e della Provincia, che per ora rimane più che altro un contenitore senza troppi contenuti reali. A chiusura l’intervento del presidente di Assoporti Francesco Nerli, coordinato – come tutto il workshop – dal segretario generale della Port Authority Paola Mancuso. Nerli, che è indubbiamente abile, è però in periodo di eclisse totale a livello di governo: il ministro non lo riceve, le sue valutazioni rischiano di essere (a volte) controproducenti per la causa. A Salivoli ha moderato i toni, ma si è capito che c’era solo o specialmente perché Luciano Guerrieri è il suo vicepresidente in Assoporti. Una mano all’amico in difficoltà perché sia visibile, anche se poi il workshop l’ha pagata con l’assenza di Caliendo e dell’intero ministero?

A.F.

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Pubblicato il
2 Aprile 2011

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