Interporto: tre punti da chiarire
LIVORNO – Su un dettaglio almeno non si può dire che l’iniziativa su Bologna del commissario della Port Authority Gallanti sia stata inutile. La piccata replica dell’Interporto Vespucci di Guasticce, con lo schieramento degli assessori a supportarlo, ha chiarito qualche tema che era rimasto da tempo sul vago. Vogliamo vederli insieme?
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Primo tema: la navigabilità dello Scolmatore sembra rinviata a tempi meno grami. Nel senso che è in auge il vecchio detto: bambole non c’è una lira pubblica. Si punta sulla “foce armata” dello Scolmatore più che altro per salvare la Darsena Toscana dall’interramento. Ma anche qui, tempi biblici: perché oltre a scavare e togliere milioni di metri cubi di sabbia (dove li mettiamo, visto che la vasca di colmata è piena?) andrebbe cambiata tutta la viabilità, demolito e rialzato il ponte per Tirrenia, tombato il canale che porta in Darsena Toscana, modificato il collegamento ferroviario che oggi corre sul ponte girevole … Solo a pensare di mettere d’accordo mezza dozzina di burocrazie da il senso dell’operazione. E dei relativi tempi.
Secondo tema: unificazione doganale del Vespucci con il porto. Idea valida, ma a che serve fino a quando non ci saranno collegamenti ferroviari diretti tra le due “entità”? E si torna al mai risolto problema. Moretti non ne vuol sapere perché non è economicamente sostenibile, privati in alternativa non ce ne sono.
Terzo tema: il trionfale annuncio del presidente Susini del magazzino frigo per l’ortofrutta ha fatto l’effetto di una sassata in un pollaio. Proteste dalla Cilp che sta (faticosamente) attivando il suo “Livorno reefer”, proteste da chi, da privato, vi ha impegnato soldi, proteste dagli operatori che non ci capiscono più niente. Qualcuno ha tirato fuori – non del tutto a sproposito – l’ovvia considerazione che si vuol fare concorrenza agli investitori privati con i soldi pubblici. Pare che sia già partita una protesta formale alla Camera di Commercio, che del Vespucci è socio. Insomma, se si voleva far confusione, il successo è servito. E forse qualche altro chiarimento, che però chiarisca meglio, sarebbe gradito.
Antonio Fulvi
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