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Al Propeller conferenza Serena sui vertebrati marini

Il presidente Ruffini (a sinistra) con il dottor Serena.

LIVORNO – Il presidente del Propeller dottor Francesco Ruffini per il primo incontro 2011 del Club ha voluto gratificare i propri soci ed ospiti organizzando una conferenza su un tema insolito ed affascinante ma sempre legato al mare, invitando a relazionare il dottor Fabrizio Serena, responsabile del servizio marino dell’Arpat, sui grandi vertebrati marini e sui miti che li circondano.

Il dottor Serena, membro e responsabile di importanti organismi internazionali per la protezione dell’ambiente quali lo IUCN, (International Union for the Conservation of the Nature di cui è coordinatore per il Mediterraneo), la FAO, lo UNEP RAC/SPA, non ha nascosto il notevole impegno occorso per la preparazione dell’argomento al fine di narrare e anche spiegare le origini di alcune delle tante leggende che da sempre caratterizzano il rapporto dell’uomo con i grandi vertebrati marini.

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“Il mare stimola da sempre l’immaginario dell’uomo ed egli dai tempi primordiali ha apportato le opportune modifiche alle storie marine volgendo la realtà in leggenda pur di ricavarne delle utilità. Dalle più antiche civiltà fino ad oggi il mare con i suoi abitanti ha assunto significati simbolici, a volte divini, ed anche se oggi – ha detto il relatore – la ricerca scientifica ha contribuito tantissimo a svelare i segreti di questo spettacolare ambiente, c’è ancora molto da scoprire e quindi anche da sognare”.

Nella scelta di alcune specie da proporre come tema di trattazione il dottor Serena si è orientato sui condroiti, i rettili ed i mammiferi. Iniziando dagli squali, pesci con scheletro cartilagineo appartenenti ai condroiti, il relatore ha ricordato che essi, esistenti da circa 400 milioni di anni in 1170 specie (di cui 85 presenti nel nostro Mediterraneo) hanno mantenuto fino ad oggi l’originaria struttura anatomica e fisiologica dimostrando di essere stati originati già “perfetti”, ben adattabili. Purtroppo, grazie anche a leggende infondate come quella – una fra le tante – che vorrebbe lo squalo immune dal cancro, milioni di esemplari sono stati uccisi per questi studi mettendo a rischio la sopravvivenza di molte specie e ciò soprattutto vicino alle coste dei paesi asiatici. Si stima infatti che ogni anno muoiano circa 88/100 milioni di squali. Il problema della sopravvivenza della specie è aggravato anche dal fatto che lo squalo femmina si riproduce con parto unigenito.

Nel proseguire la trattazione riguardo ai rettili il dottor Serena ha illustrato caratteristiche e problematiche delle tartarughe di cui si conoscono 8 specie, tutte protette, 3 delle quali sono osservate nel Mediterraneo. L’adattamento di questi organismi non si è completato ed essi sono rimasti molto legati alla terraferma. Le leggende provenienti da tanti paesi su questo animale sono tutte positive: portatore di saggezza, equilibrio, fortuna e longevità.

Fra i mammiferi il dottor Serena ha parlato prima delle foche e poi dei delfini. Delle prime esistono 19 specie di cui solo una, la foca monaca, presente nel Mediterraneo. Solitamente infatti le foche vivono lungo le coste dei mari e dei laghi freddi. Una tipicità di questo organismo è la diversità caratteriale che esiste fra maschi e femmine: gli uni – diversamente dalle altre – sono individualisti, territoriali e poco inclini ai rapporti con gli umani. Anche questo animale è oggi a rischio sopravvivenza.

In ultimo i delfini e le balene: animali, soprattutto i primi, che hanno sempre suscitato nell’uomo un senso di pace, di simpatia e di intelligenza. Fra le 78 specie di delfini, tutte protette, 8 sono nel Mediterraneo. Moltissime le leggende citate dal dottor Serena su questi cetacei ma in realtà quello su cui il relatore ha voluto mettere il segno è il fatto che dagli anni ’20 in poi si è arrivati ad una vera e propria mattanza di questi animali. Oltre a questo problema c’è anche quello dei sempre più frequenti spiaggiamenti verificatisi in Tasmania, Nuova Zelanda ed anche nella nostra Puglia con i 9 capodogli, questo per cause probabilmente derivanti dall’uso improprio che viene fatto dei nostri mari. L’argomento si ripropone nell’attualità di questi giorni con lo spiaggiamento di una balena a San Rossore dove proprio il dottor Serena è stato chiamato a dare il suo parere sull’avvenimento.

In chiusura di relazione il dottor Serena ha poi parlato dei progetti ARPAT in collaborazione con l’Osservatorio Toscano dei Cetacei (OTC) nati per favorire la tutela e l’habitat dei mari come il progetto Gionha rivolto al cosiddetto Santuario Pelagos in cui si trovano tartarughe e cetacei ed il programma Medlem per la protezione dei pesci cartilaginei.

Numerosi e qualificati i partecipanti alla serata – fra i quali gli ammiragli Pierluigi Rosati comandante dell’Accademia Navale e Ilarione Dell’Anna direttore marittimo della Toscana, i presidenti delle associazioni Spedimar Roberto Alberti ed Asamar Enrico Bonistalli – che hanno apprezzato oltre al tradizionale elevato livello scientifico della relazione anche il sapore dell’alone della leggenda.

Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
29 Gennaio 2011

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