Piccini Vs Mariani ma nessuno vuole morire per Danzica
LIVORNO – “Mi chiedo cosa si aspettassero qui sul porto, per il ricambio di Piccini all’Authority. Non l’avevano capito che ormai siamo al mercato partitico delle vacche, o per meglio dire delle poltrone?”.
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Amareggiati lo sono in molti, come l’imprenditore di cui sopra che ovviamente preferisce l’anonimato – si sa che, come diceva don Abbondio, il coraggio chi non ce l’ha non se lo può creare – e il giorno dopo la nomina di Gallanti sono amareggiati specie tutti quelli che alla fine pensano di aver sbagliato a non sostenere fino in fondo il Piccini Jr. “E’ vero, prometteva a tutti e poi mediava troppo” – è l’ennesimo giudizio – ma almeno conosce tutto e tutti del porto, non gli si possono raccontare favole”.
Adesso, scappati i buoi, in tanti corrono a chiudere la stalla: oppure a far finta. Roberto Piccini, che la sua amarezza non l’ha certo nascosta, è deciso a difendere “il suo nome e il suo lavoro” a tutti i livelli che la legge gli consente. Lo stesso presidente della Regione sembrerebbe aver fatto un mezzo passo indietro e da politico consumato ha lasciato aperta una porta: “Gallanti va bene come commissario – ha specificato – come presidente è tutto da vedere”. E anche il sindaco Cosimi, pesantemente attaccato da una parte dei Ds, si è difeso assicurando di non essere stato il regista ma solo il portavoce di Rossi nella scelta di Gallanti. Insomma, tutti defilati, italianamente.
Come lo stesso ministro Matteoli, che in parallelo a Livorno ha commissariato anche Bari accogliendo supinamente la richiesta delle sinistre e nominando Palmiro Mariani – lui che solo un anno fa aveva sbalzato dalla poltrona lo stesso Mariani con un dicktat che gli fu fatto cancellare in una settimana dal Tar – in cambio (si dice) di avere mano libera per le prossime nomine a primavera su Brindisi e Taranto. Un mercato, appunto: ma chi si sorprende a questo punto non ha capito niente della politica.
In quanto al neo-commissario, l’avvocato Gallanti arriva, se si può usare un eufemismo, sulla punta di due sciabole: quella di Rossi e quella di Matteoli. Per qualcuno ha già fatto mezzo passo falso dichiarando al “Tirreno” – con una visione forse un po’ troppo genovese – che l’espansione del porto deve guardare all’entroterra; mentre è noto che il nuovo piano regolatore portuale di Livorno da tutti sostenuto guarda esattamente al contrario, verso il mare (piattaforma Europa) perché verso terra il porto è invece bloccato dalle aree SIN e dal parco. Forse Gallanti intende l’asse dello Scolmatore verso l’interporto e il Faldo, ma anche questi sono sogni finché non ci sarà un totale ribaltamento del porto con la foce dello Scolmatore riaperta al mare, la viabilità verso Tirrenia rifatta, i ponti alzati.
Insomma, il neo-commissario ha molto da imparare. E senza dubbio imparerà, perché è preparato, intelligente e – dicono – straordinariamente duttile malgrado i 72 anni d’età. E i livornesi? Nella loro storia hanno ingoiato ben altri rospi, con tanti lamenti ma nessuna rivoluzione armata. Difficile credere che anche questa volta qualcuno voglia morire per Danzica. Ovvero per difendere un Piccini oltraggiato.
Antonio Fulvi
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