Per chi suona la campana nelle Authorities
LIVORNO – Le considerazioni del presidente Filippo Gallo, ribadite nella lettera qui a fianco – di cui lo ringraziamo – e nella stessa relazione alla recente assemblea di Federagenti, sono sottoscrivibili in toto: e come già abbiamo già scritto, le facciamo nostre.
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Il problema, caro presidente, è che a volte ci sembra di vivere in mondi paralleli, se non distanti tra di loro anni luce. Lei chiede legittimamente che lo Stato potenzi e migliori le capacità operative dei porti principali; noi assistiamo quasi giornalmente a una … guerra sui porti che non riguarda né le loro potenzialità né il necessario raccordo con le grandi reti logistiche, bensì le zuffe politiche (e di partito, quando non addirittura tra correnti degli stessi partiti) per mettere questo o quel riverito sedere sulle poltrone delle Authorities.
E’ il caso, come tutti hanno visto, dell’Authority di Livorno, dove proprio in queste ore è arrivato un commissario governativo perché il ministro ha detto “niet” (anche davanti al Tar) alla terna presentata dalle istituzioni. La quale terna, secondo il gossip locale, era stata concordata ufficialmente, ma forse con la principale candidatura – quella dell’uscente Roberto Piccini – non abbastanza sostanzialmente sostenuta dalle stesse istituzioni.
E’ il caso di quanto sta avvenendo in Puglia, dove è scaduta la presidenza Mariani di Bari e scadono in rapida successione quelle di Taranto e di Brindisi; e dove la guerra è altrettanto politica che non a Livorno, con le istituzioni baresi schierate per Mariani ma il ministro contrario, per cui si arriverà – salvo sorprese – a un commissario anche in quel porto (scaldano i motori da tempo vari commissari in pectore, tra i quali dicono essere in pole position l’ammiraglio Ferdinando Lolli). Per Taranto, commissariata da quasi due anni con l’ammiraglio Salvatore Giuffrè (che dicono molto legato al presidente di Bari Mariani) sono in ballo alcune candidature, su una terna che comprende lo stesso Giuffrè e un giovane giurista Sergio Prete, preferito – non senza qualche ironia locale – all’avvocato Tommaso Affinita che ha tra i suoi titoli quello di essere stato anche presidente di Assoporti ed è attualmente amministratore delegato di Ram. Affinita potrebbe tornare in gioco su Brindisi (scadenza a fine marzo) per l’Authority oggi retta da Pino Giurgola; ma anche in quel caso i giochi li fa la politica locale, con l’unica interferenza possibile per il ministro di allungare il brodo (i tempi) fino a rendere necessario il commissariamento. Una pratica questa assai criticabile – e il presidente Gallo avrà letto la paginata de “Il Secolo XIX” che ha battezzato Matteoli Il Commissariatore tout court – ma che, se vale il principio che è la politica a decidere, allora anche la politica al governo deve poter dire la propria opinione come quella locale, almeno sui porti che sono classificabili nazionali. Insomma, un bel pasticcio presidente Gallo, nel quale come lei sa bene le istanze degli operatori continuano ad essere inascoltate o almeno subordinate ai suddetti giochi. E non è difficile chiederci, per chiudere con una citazione letteraria di John Donne, per chi suona la campana: perché purtroppo suona per tutti noi, senza eccezioni.
Antonio Fulvi
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