Sulla crisi Ltm caso Grimaldi e governance
LIVORNO – Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Già, i duri e il gioco. Ma intorno all’Ltm, un tempo “gioiello” dei traffici ro/ro e gestito in sostanziale armonia tra i due soci al 50% (Cilp e Agemar) il gioco s’è fatto davvero duro e i duri non sembrano disposti a giocare, ma semmai a spararsi cannonate sui denti.
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Fuor di metafora, all’interno dell’Ltm la vicenda delle linee Grimaldi (rimangono all’Ltm, no si spostano in Sintermar, no ancora, forse si dividono metà e metà come nella sciagurata vicenda Tirrenia) c’è aria di burrasca. Anche perché il presidente della società terminalista Renzo Conti – che certo non ha un carattere accomodante – sembra entrato in rotta di collisione con il socio Cilp, che a sua volta non ha la fama di intervenire in guanti di velluto.
La vicenda Grimaldi è servita da detonatore, ma la Cilp sembra aver preso particolarmente male la questione dei suoi 11 uomini ai quali, scaduto il contratto a termine, l’Ltm non ha rinnovato il lavoro, malgrado la Compagnia avesse proposto contratti di solidarietà. In Cilp si da la colpa a Conti, che si è irrigidito, anche se in realtà è tutta la componente Agemar ad essere d’accordo con il presidente. A smussare gli angoli – che peraltro restano molto acuti – ci prova il presidente stesso della Cilp Enzo Raugei: “Non è un problema di presidenza e per noi Conti può anche rimanere al suo posto – dice Raugei – semmai il problema è nella “governance” e nel fatto che certe scelte vanno condivise tra tutti soci”. Come a dire: su alcune delle scelte attuali dei vertici Ltm la Compagnia non è d’accordo. E se non è d’accordo, è la logica conseguenza del discorso, non è abituata a subire: vedasi Terminal Darsena Toscana e sue conclusioni.
Come finirà lo scontro in Ltm? Probabilmente sarà la vicenda delle linee Grimaldi a deciderlo. E ormai siamo, come si dice a Livorno, alle porte con i sassi: nel senso che si da per scontato che Grimaldi decida entro pochi giorni, certamente entro la fine dell’anno. Se l’armatore dovesse confermare la sua scelta su Sintermar, qualcosa cambierà ai vertici dell’Ltm, colpe o non colpe degli attuali dirigenti. E sarà un altro pezzo della tradizione portuale labronica ad entrare in crisi.
A.F.
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