“Livorno Porto 2000” privatizzazione sempre più lontana
LIVORNO – Avanti adagio, in ordine sparso. In carenza di interventi globali da parte dello Stato – e la Finanziaria al varo non prevede niente di particolarmente positivo – i porti italiani stanno registrando un record di convegni, dibattiti, protocolli. Un modo per sentirsi vivi, o solo la disperata riaffermazione di esigenze primarie che stentano tuttavia a trovare sponda?
E’ il caso del progetto di privatizzazione della società “Porto 2000” che a Livorno gestisce gli importanti business delle crociere e dei traghetti.
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Retta da un commissario, Guido Asti, è da tempo sulla via della privatizzazione, secondo i vari solleciti del ministero sulla base della 84/94. Ma i due soci pubblici, cioè la Port Authority e la Camera di Commercio, sembrano attraversare un momento di scarso colloquio. Tanto che dalle ultime indiscrezioni sembrerebbe emersa anche un’ipotesi sotto certi aspetti clamorosa: che solo la Port Authority arrivi a privatizzare parte della sua quota – già dal progetto iniziale era escluso che venisse privatizzato il patrimonio immobiliare – mentre la Camera di Commercio al momento manterrebbe la sua quota.
L’ipotesi – anche se solo accennata – la dice lunga sulle scarse sintonie in atto tra Port Authority di Roberto Piccini e Camera di Commercio di Roberto Nardi. Formalmente parlando, i tecnici della Porto 2000 sostengono di non conoscere motivi del contendere e anzi che si è in attesa di una valutazione economica da parte dell’advisor per dare un valore reale di mercato alla gestione privatizzabile. Dopo di che si passerà al bando, che è già pronto con solo qualche lieve aggiustamento da completare.
Ed è su questi “lievi aggiustamenti” che ci sarebbero diverse opinioni tra i due soci. Il che comunque sta comportando un ennesimo slittamento della gara di privatizzazione. Che a questo punto andrà ad anno nuovo: con l’incognita di quello che succederà alla Port Authority, dove il presidente Piccini è in scadenza e dove tira aria – secondo i più – di scontro con il ministero sul suo rinnovo.
Giovedì intanto, nella sede della Port Authority – a smentire le voci di cui parliamo qui sopra di scarsa sintonia – è stato presentato da entrambi i soci il bilancio della “Porto 2000”, con tanto di attivo consolidato, e con la decisione dall’amministratore unico Guido Asti – peraltro avallata dai due soci – di distribuire per la prima volta da anni i dividendi. Che saranno utilizzati da Port Authority e Camera di Commercio ai fini istituzionali, rispettivamente per programmi di lavori in porto e per il sostegno alle imprese.
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