C’è chi studia e chi piange … a priori
LIVORNO – Dipenderà anche dai punti di vista: ma quando sulle problematiche generali dello studio europeo – e sottolineerei il termine “studio” – sulle linee TEN e sul sistema dei porti prioritari, arriva un giudizio allargato come quello espresso qui a fianco da Assologistica, il gran volare di stracci che si è fatto nei giorni scorsi a Livorno – ma di riflesso anche a Roma – sull’esclusione del porto toscano dai 40 primari secondo la Ue, torna ad avere una dimensione – vogliamo dirlo? – tutta provinciale. O peggio ancora: tutta da … baruffe chioggiotte, per dirla con il Goldoni.
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Qualcuno ha ricordato, riferendosi agli alti lamenti alzati dalle stesse autorità livornesi, che non c’era stato un verbo – ne hai né bai – quando già da qualche anno era stato reso noto che Livorno è rotolato fuori dai primi 100 porti containers del mondo. Né s’era sdegnato alcuno nei lunghi anni in cui si dissertava – con i mille distinguo dei “capalbiesi” – sul sesso degli angeli per il tracciato della pur indispensabile autostrada tra Livorno e Civitavecchia, eterna incompiuta del percorso europeo da Calais a Reggio Calabria, e asse indispensabile per la logistica costiera.
Poi, di colpo, per il richiamo di qualche spulciatore di notizie già note, è partito il polverone sullo studio europeo per le reti TEN: del quale si è colto solo e unicamente il dettaglio che Livorno non figura – ad oggi – tra i primi 40 porti indicati all’Ue. Sindaci che si tracciano le vesti, parlamentari che interrogano il governo, partiti che si svegliano dal torpore delle lotte intestine per qualche poltroncina locale per agitare le bandiere antigovernative. Vien da chiedersi: ben ritorni Livorno tra i “magnifici 40” dell’UE: ma di grazia, chi strilla e piange, sa di che si parla?
A.F.
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