Parenti serpenti e altre historie
LIVORNO – Partiamo da un dato di fatto banale: non siamo, portualmente parlando, l’ombelico del mondo. Anzi, decostruendo secondo l’ormai poco consueta filosofia alla Derrida, non siamo nemmeno un porto.
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Ci hanno fatto notare che siamo usciti da tempo dai primi 100 scali fullcontainers, che nelle classifiche mondiali della programmazione siamo cancellati, spariti, come dicono gli anglosassoni: “retired”.
Eppure in questo microcosmo tutto labronico, si agitano formiche, mosche cocchiere, aspirazioni. Presente il celebre aforisma di Trilussa? “La lumachina della vanagloria / ch’era strisciata sopra un obelisco / disse tutta contenta: mo’ capisco / come si lascia traccia nella Storia”.
Lasciamo perdere la Storia, fermiamoci alle cronache. In questi giorni ci sono alcuni fatti concreti: piccoli, ma sinceri vista la dimensione.
Primo: nel Terminal Darsena Toscana, ancora di proprietà al 100% di Cilp – e vorrà dire qualcosa malgrado l’impegno del gruppo di Luigi Negri a subentrare – gli uomini dell’operativo sarebbero ancora quasi totalmente quelli di Contship. Anche il direttore (contestatissimo dalla “base dura” dei portuali) Gallieno sarebbe al suo posto. Negri e i suoi non spingono, usano – a quanto si dice – tonnellate di vasellina. Vuol dire che va bene così: capire i meccanismi interni non dev’essere un giochetto, per chi arriva con la mentalità genovese. E poi ci sarebbe un impegno, o “gentlemeen agreement”: appena Negri verserà la sua quota totale (50%) pagherà anche gli interessi che le banche vanno maturando giorno per giorno con le anticipazioni garantite a Cilp…
Secondo: sul concreto, Zim ha tenuto recentemente un incontro strategico dal quale è emerso che la Darsena Toscana non offre per i prossimi 10 anni (almeno) alternative di fondali e manovre credibili allo scalo di Genova. Pilota Milani dixit. Perciò si è accantonata l’idea di tornare con tutte le main-ship a Livorno e si manterrà la doppia toccata. E se nel frattempo Tarragona dovesse davvero esplodere con i forti investimenti Zim previsti? E’ tutto da vedere, lo shipping – dicono gli esperti – ha il pelo sullo stomaco, non è un ballo a corte.
Terzo: Il “Livorno Reefer” soffre di ritardi ormai noti, ma qualcosa si muove. Danilo Alari, uomo storico del porto di Livorno, sarebbe stato designato alla guida della complessa operazione, forse affiancato da Giorgio Zingoni che fin dall’inizio ci si è speso insieme al nucleo più dinamico degli spedizionieri livornesi. Alari è una vecchia volpe, che non crediamo abbia perduto il pelo. Certo la sfida è dura perché il “Reefer” si trova a combattere in un settore dove si sono buttati in tanti e non solo con le (modeste) forze livornesi. Mi chiedo: che gioco giocherà nella vicenda il … convitato-socio di pietra, che più delle frutta è interessato al distri-park oltre viale da Vinci?
Quarto: non ditemi che non l’avete notato. Tutto passa, anche – pare – il sodalizio tra Contship-Ltm e Lorenzini sulla sponda Est della Darsena Toscana. Eppure dicevano che tra Enio e Renzo, imparentati a prova di bomba, non ci sarebbero stati mai screzi se non di facciata. Che sia l’ennesima conferma del vecchio detto: di fronte agli interessi, parenti serpenti?
A.F.
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