Nautica, dubbio canoni
Qualche passo avanti, ma anche molti problemi

Roberto Perocchio
GENOVA – A margine della presentazione ufficiale del Rapporto sul Turismo Nautico 2010 presentato di recente a Genova nell’ambito del 50º Salone Nautico Internazionale al convegno dall’emblematico titolo “dallo Stato alle Regioni: sostegno alla ripresa”, nel suo intervento il presidente di ASSOMARINAS (86 porti associati e distribuiti su tutta la costa italiana) dottor Roberto Perocchio ha rilevato che “Se da un lato per la portualità turistica italiana il 2010 è stato uno degli anni più difficili nel quale si è registrato un decremento medio di oltre il 10% nei transiti, un -15% nelle vendite di servizi accessori e di attrezzature e persino un -30% nella vendita di carburanti, dall’altro sono numerosi i fermenti imprenditoriali e regolamentari che fanno ben sperare per il rilancio di tutto il comparto”.
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Entrando nel vivo del convegno il relatore ha sottolineato come il processo di attuazione del federalismo demaniale già in atto stia stimolando gli enti locali a prendere coscienza del proprio ruolo nella valorizzazione dei rispettivi siti costieri d’appartenenza con nuove proposte progettuali “in quelle regioni – ha continuato Perocchio – in cui la domanda è tuttora squilibrata rispetto alla potenzialità dell’offerta”.
Dal canto suo lo Stato, nella redazione dell’ultima Finanziaria ha provveduto ad aggiornare la normativa sulle Conferenze di Servizi per l’approvazione dei nuovi progetti col risultato di accelerare i tempi burocratici; a migliorare la proposta di riforma della legge 84/94 sul funzionamento dei porti commerciali che ha finora trovato ampi consensi nella previsione di utilizzo per usi nautico-diportistici di aree dismesse attraverso una più veloce redazione dei relativi piani regolatori portuali (n.d.r. P.R.P.) prevedendo finanche la non necessità di concessione edilizia per la posa, in tali aree, di pontili galleggianti.
Resta peraltro irrisolto il problema dei canoni demaniali e del relativo contenzioso già avviato da tante imprese portuali turistiche che, allo stato dei fatti, hanno solo ottenuto pronunce di sospensione degli ordini di introito ma che ancora attendono da parte dei tribunali civili ed amministrativi le relative pronunce di merito.
La novità positiva è invece rappresentata dal livello di specializzazione nello sviluppo di nuove imprese portuali turistiche raggiunto da un consistente numero di gruppi imprenditoriali emergenti in questo settore che, in un’ottica di sussidiarietà orizzontale, stanno provvedendo a colmare quel pesante gap che a tutt’oggi ha penalizzato il nostro Paese nello scenario nautico mediterraneo.
“Appare oramai evidente – ha concluso Perocchio – come tutti gli sforzi delle Associazioni nazionali di categoria, com’è Assomarinas, dovranno essere concentrati nell’ottenere dai competenti assessorati regionali, soprattutto Urbanistica e Turismo, sia l’aggiornamento dei Piani Costieri in relazione all’effettiva domanda del bacino di utenza locale e nazionale sia l’inquadramento dei porti turistici tra le imprese turistico-ricettive, come di recente avvenuto nella Regione Friuli Venezia Giulia con norme che incentivino gli investimenti attraverso l’agevolazione del prolungamento della durata degli atti concessori a fronte di interventi di ristrutturazione dei marina impegnati in un processo di riqualificazione non solo degli standard di servizio ma anche in quello del loro rapporto con l’ambiente costiero di pertinenza.
Massimo Bernardo
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