“Bonus” alle merci in treno
Il provvedimento annunciato da giorni dal ministro dei Trasporti – Il problema del cargo
ROMA – Il ministro Matteoli ne aveva parlato giorni fa come cosa fatta. E anche se i fondi stanziati erano parecchio ridotti – poco più di 30 milioni di euro, robetta – il comparto del trasporto cargo su ferrovia si era messo subito in moto.
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Perché in queste ore dovrebbe essere stato definitivamente firmato il “bonus” (2 euro a km) per chi sceglie la ferrovia per spedire le proprie merci invece che mandarle in camion. Dunque, dopo il “bonus mare”, il governo sta provando anche quello “rotaie” per togliere un po’ di merci dalle strade della penisola.
Ovviamente c’è già chi ha calcolato che si tratta di poca roba, visto che lo stesso Stato poi con l’altra mano – cioè con provvedimenti autonomi – incentiva l’autotrasporto merci con ben 700 milioni di euro all’anno. Dunque, bisogna capire: si vuol trasferire il più possibile di merci sulla ferrovia, che è assai meno inquinante, o si intende aiutare – qualcuno dice per politiche di sottogoverno – l’autotrasporto su gomma per non perdere consensi? Oppure semplicemente per non rischiare uno di quei scioperi del Tir che a più riprese hanno fatto rischiare la stabilità di più d’un governo?
La vicenda del “bonus ferrovia” s’incrocia anche con il ricorso al Consiglio di Stato di NTV (Nuovi treni Veloci di Montezemolo & C.) contro il quasi monopolio di Trenitalia nel settore passeggeri. E il parere del Consiglio di Stato dovrebbe arrivare domani o comunque entro la settimana. Un parere atteso con impazienza anche da FerCargo, l’associazione di imprese ferroviarie private, che da due anni aspetta il via libera per poter operare sulla rete ferroviaria, in aggiunta alla sezione Cargo della stessa Trenitalia, che continua a tagliare servizi e stazioni. E che ha chiesto più d’una volta, come peraltro NTV, che la rete ferroviaria venga separata dalla gestione di Trenitalia, magari con un’Authority di controllo al di sopra le parti.
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