Due porti, due brutte inchieste
LIVORNO – Difficile capire quanto ci sia di oggettivo e quanto invece appartenga a quel “fumus” che sempre più spesso aleggia sui porti italiani, su chi li gestisce e su chi vi opera.
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I fatti: il primo è che la Guardia di Finanza di Livorno avrebbe acquisito nei giorni scorsi una serie di documenti presso la Port Authority retta da Roberto Piccini, al termine di una serie di segnalazioni, denunce, veleni e altro in relazione al noleggio da parte della stessa Port Authority di un pontone galleggiante che è stato ubicato presso il terminal Ltm, con l’obiettivo di far attraccare i ro/ro con il fianco alla banchina lasciando libero l’ingresso alla Darsena Toscana. Il problema sembra essere che il pontone non è stato mai usato, salvo un collaudo con una nave, perché rifiutato dallo stesso Ltm; e il suo noleggio sarebbe stato reiterato. Fatti già da tempo noti e contestati, ai quali la Port Authority avrebbe dato risposte che a quanto pare sono oggi al vaglio della magistratura attraverso i controlli della Finanza.
Il secondo fatto è che anche il presidente della Port Authority di Civitavecchia, onorevole Fabio Ciani, sarebbe sotto inchiesta per presunte irregolarità relative all’utilizzo delle auto di servizio e in particolare dei loro autisti. Una vicenda che ha fatto scrivere di recente a un quotidiano locale che la Port Authority sta rischiando il commissariamento. E circolano già alcuni nomi come possibili commissari, tra cui quello dell’ammiraglio Ferdinando Lolli, fino a domani – giovedì 7 ottobre – comandante generale del corpo delle Capitanerie e quindi da dopodomani in pensione. E ovviamente sono parecchi i politici che sgomitano.
A.F.
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