Salone nautico, tra celebrazioni e crisi di mercato nei cinquant’anni di storia della grande rassegna
Rilanciano i due principali gruppi dello yachting d’alta gamma, con Ferretti in testa, mentre continuano a soffrire i piccoli e medi – Il gommone torna a dimensioni “umane”?

Anton Francesco Albertoni
GENOVA – Vigilia sofferta, per le sofferenze di buona parte dei cantieri, quella del 50° salone nautico, in programma da sabato 2 ottobre a domenica 10 ottobre. Vero che gli sforzi dell’Ente Fiera e dell’Ucina hanno prodotto la solita esibizione-mostre, con tutti o quasi gli spazi espositivi riempiti e con oltre 500 barche in acqua ed altrettante novità. Ma nessuno si nasconde – e per primi il presidente di Ucina Albertoni e il presidente della Fiera Lombardi – che dopo due anni di pesantissima crisi sono pochi i costruttori e importatori che non si leccano le ferite.
Se le leccano, per quanto hanno dovuto soffrire, anche i due principali gruppi dello yachting d’alto bordo italiano, Ferretti ed Azimut-Benetti. Il primo è tornato a competere sul mercato con uno scatto d’orgoglio del suo presidente e fondatore Norberto Ferretti e del management, che hanno saputo rinegoziare con le banche e gli investitori sia il debito sia le prospettive di crescita: liberandosi anche di qualche marchio complementare (vedi Aprea) e attuando una politica di ricerca tecnologica spinta e di diversificazione anche sui temi ambientali, con le motorizzazioni ibride, l’utilizzo di materiali di eccellenza, il risparmio energetico. A Genova saranno presentate barche nuove e anche idee nuove.
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Anche Azimut-Benetti sembra uscita dalla fase più critica della crisi. Nei giorni scorsi il bilancio presentato dal grande gruppo che fa capo a Paolo Vitelli è tornato a segnare sereno, con un una crescita del 25% delle vendite e una riduzione dell’indebitamento netto, oggi a poco più del 10% del capitale (che supera i 300 milioni di euro). A Genova il gruppo presenterà ben 7 modelli nuovi, tutti con il marchio Benetti, più i veloci e rivoluzionari nuovi Azimut.
Per festeggiare – la parola può sembrare ironica, ma gli anniversari vanno rispettati – la cinquantesima edizione del salone, Ente Fiera ed Ucina hanno programmato molte iniziative, tra cui un libro in grande formato che riassume anno per anno la crescita del salone e della nautica italiana.
Poi ci sono i comparti della cantieristica minore che si affollano alla ribalta con la speranza che per la stagione 2011 la tendenza si inverta e il mercato riprenda. Sono in tanti a considerare il salone come una specie di “ultima spiaggia”, puntando su stimoli nuovi, modelli nuovi, richiami nuovi – ecologia e bassi consumi sono i più gettonati – e semmai qualche modello “vintage” anche nelle medie dimensioni. La vela rimane una nicchia, ma vitale con il suo giro di appassionati. Ancora una volta proliferano i gommoni, con una linea di tendenza che va però verso misure più umane rispetto al gigantismo degli anni passati. Anche perché il costo della benzina è diventato ormai per molte potenze proibitivo e i fuoribordo, per quanto raffinati dall’elettronica e sempre più parchi nei consumi, costano “a peso” assai più delle automobili di lusso. Salvo sconti, promozioni più o meno mascherate, e il “si salvi chi può finale”. Che ad oggi non è affatto impossibile, a sentire i bene informati.
A.F.
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