E adesso comincia il difficile?
LIVORNO – Parafrasando Cavour – senza citarci di immodestia – fatto l’accordo societario per il Terminal Darsena Toscana ora bisogna fare in modo che i soci continuino la luna di miele. E non ci si ritrovi a far volare di nuovo gli stracci a breve.
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Non sarà facile né rapido, ma un po’ tutti contano su una interessata e leale collaborazione. Parole grosse nel mondo del business, parole che sembrano sarcastiche in quello della portualità. Ma nel gruppo Negri ci stanno mettendo molta buona volontà. Per primo si muove con cautela e intelligenza l’agente labronico Giuseppe Parziale: che nell’operazione è apparso defilato, ma che ha avuto – si dice sottovoce – la sua importanza. Poi l’arrivo di Giannini – vedi il pezzo qui sopra – è garanzia di equilibrio. Ai genovesi bisogna far capire – se non l’avessero ancora capito – che apparire disposti a far governare i portuali è importante, anche se da buoni genovesi vorrebbero far valere il ruolo dei salvatori della patria. “Noi arriviamo con i soldi e forse con i traffici – avrebbe detto qualcuno – e loro, i portuali, vogliono comandare?”. Certo che nelle realtà normali non funziona così: e certo che anche in Contship pensavano che non dovesse funzionare così. Ma Livorno e il TDT non sono (ancora) una realtà normale. Ci vorrà tempo, pazienza e impegno. Senza arrivare alle “lacrime e sangue” che Churchill promise agli inglesi per vincere la guerra contro Hitler.
Val la pena, a questo punto, conoscere un po’ meglio i protagonisti delle prossime puntate. A partire da Alessandro Giannini, definito in più occasioni, sia al Sech che nel gruppo Gip, come “pugno di ferro in guanto di velluto”, oppure come “dobermann sorridente”. Indubbiamente è un uomo di relazioni e indubbiamente ha lo sguardo che va oltre all’orizzonte. Tutti sanno anche che è l’ombra di Luigi Negri, il quale ripone in lui la massima fiducia. Tanto che la permanenza di Giannini nel TDT viene indicata come provvisoria, forse per il primo anno o anche meno, perché Negri lo rivuole a Genova. E la cosa non dispiacerebbe al nostro manager, che ha vita sociale e famiglia sotto la lanterna e non intende spostarle.
Giannini avrebbe già una sua opinione sul TDT, sulle sue potenzialità e sulle sue criticità. Le potenzialità sono quelle espresse da Negri nei vari incontri pubblici, ovviamente condite con una spolverata di ottimismo tanto per riuscire più simpatico. Le criticità sono ovviamente il modello di gestione, che per quanto semplificato nei nuovi patti parasociali rimane pur sempre nell’equivoco di due potenti soci al 50%, uno dei quali deve poi rendere conto per motivi elettorali a chi – i lavoratori – potrebbero cacciarlo alle prime elezioni interne; e sono anche i troppi (?) dipendenti e l’eccesso di ricorso all’outsorcing, con il rizzaggio che rimane riserva di caccia dei portuali mentre secondo qualche valutazione potrebbe essere fatto dallo stesso personale interno. In sostanza, c’è ancora parecchio da “ripulire” nel terminal, anche non considerando i problemi esterni evidenziati da Negri con le istituzioni, come la concessione da allungare a 30 anni (Piccini ha già fatto capire che si potrà fare, in tempi accettabili e utilizzando l’escamotage dei nuovi piani d’impresa) e il miglioramento dei fondali per accessi e uscite dalla Darsena Toscana.
Parecchio da lavorare, come recitano i Vangeli, per gli uomini di buona volontà. E parecchio da soffrire per gli altri.
A.F.
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