Tempo per la lettura: 3 minuti

Assomarinas: terrorismo fiscale contro la nautica

CATANIA – I grandi temi dello sviluppo della portualità turistica italiana e, con particolare riguardo, di quella siciliana, sono stati i veri protagonisti dell’Assemblea generale di Assomarinas dall’emblematico tema “100 porti a confronto” svoltasi all’hotel Excelsior di Catania.

[hidepost]

Introducendo i lavori il moderatore, il giornalista Massimo Bernardo, ha tra l’altro ricordato come l’attuale momento congiunturale rappresenti per il settore una “navigazione” che appare complessa in quel grande mare che vede oggi la portualità turistica in una situazione di bonaccia, compressa , da una parte dalla crisi economica in atto e, dall’altra dalla volontà degli imprenditori privati del settore di rilanciarla con standard di servizi sempre più qualificati e in strutture sempre più all’avanguardia. Un settore in evidente crescita ma che richiede chiarezza e certezza normativa e provvedimenti fiscali adeguati sia per le imprese portuali turistiche che per gli stessi diportisti”. Da parte sua il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio ha esordito affermando che “per la portualità turistica italiana il barometro tende alla “bassa pressione” ed ha ufficialmente presentato l’indagine conoscitiva realizzata da Assomarinas su scala nazionale presso i propri associati (86 porti turistici posizionati lungo la costa italiana) dalla quale si evincono indici di decremento sia per quanto riguarda i transiti, sia per i servizi accessori che nell’erogazione di carburante. Tale decremento, complessivamente, si attesta su valori che vanno dal 10 al 30%.

L’indagine conferma dunque che l’onda lunga della crisi economica si è abbattuta, anche se in modo meno impattante rispetto a quanto è avvenuto nel settore della produzione nautica, anche sulle imprese portuali turistiche”.

Tutto ciò mentre si assiste ad una proliferazione di nuove strutture di iniziativa privata dedicate all’ormeggio che, dalla Liguria al Friuli passando per la Sicilia, stanno colmando lo storico divario infrastrutturale tra il nostro Paese e gli Stati europei di maggiore tradizione nautico-diportistica.

Nella conferenza stampa tenutasi presso Assindustria Catania che aveva preceduto l’Assemblea il presidente degli industriali Domenico Bonaccorsi Di Reburdone ha ricordato come sia necessario spingere affinchè la portualità turistica diventi una vera risorsa economica. ”E’ un segmento che in Sicilia ha ancora potenzialità inesplorate e che invece può avere un ruolo strategico in tutta la filiera industriale del turismo. Mi riferisco alla politica fiscale, alla semplificazione degli iter concessori, ma anche agli interventi infrastrutturali costieri. Temi questi che richiedono una forte strategia comune tra i diversi interlocutori istituzionali ed economici”. Ha poi ricordato come sia una buona opportunità da cogliere quella messa in campo dalla Regione siciliana con bando pubblico che destina oltre 51 milioni di euro all’attuazione del Piano strategico della portualità ma – ha aggiunto – “sempre a condizione che la burocrazia riesca ad operare in modo veloce ed efficace per facilitare le imprese e gli investimenti”. Lo stesso sindaco di Catania senatore Raffaele Stancanelli nel suo intervento ha sottolineato l’interesse della Città allo sviluppo del turismo nautico anche in previsione della realizzazione di nuove strutture già all’esame degli enti competenti.

“A fronte di nuovi fattori propulsivi della progettazione e realizzazione di nuovi insediamenti nautico-turistici-ricreativi rilanciati dal Federalismo demaniale – ha dichiarato il presidente di ASSOMARINAS – sarà però necessario privilegiare quelle iniziative che siano ambientalmente ed economicamente sostenibili (programmando in particolare l’ampliamento di basi nautiche già operative e il recupero di aree dismesse dei porti commerciali) al Nord come al Sud Italia previa una seria verifica della loro corrispondenza con le reali necessità e prospettive di sviluppo del bacino di utenza locale.

Prendendo la parola l’avvocato Francesco Cimmino consulente fiscale di UCINA ha illustrato i problemi relativi all’accatastamento dei porti turistici ed all’eventuale applicazione dell’ICI. Su questi temi si è infatti rilevata una difformità di applicazione nelle disposizioni vigenti in varie regioni italiane.

“A nulla varrebbero però gli sforzi di tutte le regioni marittime del Paese impegnate oggi nell’aggiornamento dei propri piani costieri – ha concluso Perocchio – se continuasse a persistere la “campagna di terrorismo fiscale” che a tutt’oggi ha pesantemente contribuito alla fuga dai nostri porti del transito nazionale ed internazionale di un’utenza di prestigio oggi più che mai alla ricerca di un approccio più accogliente e di un trattamento amministrativo che tenga conto del valore turistico che proprio il comparto nautico rappresenta per la crescita economica ed occupazionale del nostro Paese”. Pronta la risposta dell’onorevole Matteo Bragantini della Commissione Finanze della Camera che ha tra l’altro ricordato come la Commissione stia attentamente valutando quei provvedimenti che interessano, soprattutto dal punto di vista dei controlli fiscali e della normativa, il mondo della nautica dagli imprenditori del comparto fino ai diportisti. “Bisogna continuare ad investire sulle infrastrutture turistiche e puntare soprattutto sul miglioramento della qualità dei servizi – ha dichiarato il presidente dell’Unione Province Italiane e presidente dell’Amministrazione provinciale di Catania Giuseppe Catiglione – sfruttando la nuova fase del federalismo demaniale che certamente favorirà e svilupperà questo importante settore dell’economia”.

L’emblematico tema dell’assemblea di Assomarinas “100 porti a confronto”, in vista del prossimo Salone Nautico Internazionale di Genova dove la portualità turistica rappresenterà uno tra i temi centrali per rilanciare tutto il comparto nautico italiano, non solo ha dimostrato tutte le potenzialità del settore ma ha anche evidenziato i punti di debolezza che penalizzano la crescita quando l’apparato burocratico non sa dare risposte adeguate e certezze a quei privati che, anche nel Sud Italia come nel Nord, sono pronti ad investire legittimamente richiedendo garanzie sulla redditività degli investimenti.

[/hidepost]

Pubblicato il
22 Settembre 2010

Potrebbe interessarti

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora

Se rullano tamburi di guerra

Facciamo così: se avete voglia di ripassare con me un po’ di pillole di storia, che possono insegnarci qualcosa sull’attuale preoccupante rullo di tamburi di guerra, provo a pescare nella memoria.   Le spese per rinforzare...

Leggi ancora