Meglio di nulla (dicono a Livorno) anche marito vecchio…
LIVORNO – Di sicuro la nascita di Sealiv conferma una cosa: che anche senza Italo Piccini, la Cilp non s’arrende. E prosegue sulla strada che Piccini Sr. si era inventata, quella di diventare anche imprenditori, mentre in tutta Italia (e segnatamente a Genova) i portuali si ostinavano a barricarsi nella “riserva”.
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Detto questo, l’aver fatto società con i tre maggiori clienti nel settore dello sbarco delle auto, può apparire un affare nemmeno tanto brillante, perché costringe la Cilp a dividere il bottino del “ciclo terminal”, pur mantenendo gli altri cicli (compreso quello “nave”) e la garanzia di usare i portuali. Un contentino, quello del “ciclo nave”, che di fatto vale assai meno di quanto è stato detto in conferenza lunedì ai soci. Ma come dicono a Livorno con un vecchio proverbio destinato alle zitelle, “meglio di nulla, marito vecchio”. Ovvero, prima di perdere tutto bisogna accontentarsi.
La scommessa comunque è difficile, e non tanto per la concorrenza aperta dall’importatore Elia con Wintermar (in Sintermar) quanto perché tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che il mercato italiano dell’auto rimarrà fiacco a lungo, e ipotizzare – come è stato detto – 600 mila auto allo sbarco in Livorno entro 5 anni sembra quasi follìa. Ma sia Mercurio che Kolliker (Autotrade) contano sull’esplosione dell’import di auto low-cost da India e Cina, con conseguente erosione delle quote – già in netta caduta – della Fiat italiana, che invece punta ormai alla sua cittadinanza Usa. Insomma, un mercato destinato a cambiare radicalmente, con scenari non tutti prevedibili. E visto che le auto in import saranno sempre più di quelle prodotte in Italia, Sealiv punta giustamente a metterci il cappello sopra, offrendo servizi (anche integrativi al puro sbarco e distribuzione) che lascino qualche margine in più di quelli attualmente risicati.
Il pericolo? Lo stesso che la storia ha insegnato a Livorno con i containers: e cioè che un traffico scoperto (o “inventato”) sulle banchine livornesi alla fine si parcellizzi in tanti altri scali, a costi ancora più bassi, com’è appunto successo con gli scatoloni. Dunque la vera sfida di Sealiv non sarà tanto nei quantitativi, ma specialmente nell’economia delle operazioni e nella loro concorrenzialità.
Altrimenti, Livorno rimarrà in breve zitella, senza più nemmeno marito vecchio…
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