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Olbia ridisegna i due porti

Paolo Piro

Investimenti milionari per incrementare attracchi e tipologie di traffici

OLBIA – Il documento che disegna il futuro dei due scali della Gallura per i prossimi 25 anni è stato adottato all’unanimità nel corso dell’ultima seduta del comitato portuale dell’Ente dell’Isola Bianca.

Il passaggio è sancito dall’articolo 5, comma 3, della legge 84/94, lo stesso che ha scandito il primo step burocratico dell’intesa (raggiunta il 16 aprile 2010 ad Olbia e il 10 giugno 2010 a Golfo Aranci ) con i rispettivi Comuni di riferimento, e che indicherà gli altri futuri passi da seguire, dal via libera da parte del Consiglio Superiore ai Lavori Pubblici, alla Valutazione Ambientale Strategica, per finire con l’approvazione dell’intero piano da parte della Regione Sardegna.

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Per quanto riguarda il porto di Olbia, il documento prevede la razionalizzazione dell’esistente, con l’allungamento dei due denti d’attracco (moli centrali 3 e 4) che passano a 236 metri, dagli attuali 175 di lunghezza, l’allargamento della darsena compresa tra i due di circa 45 metri (per un totale di circa 130 di larghezza rispetto agli attuali 90) e la realizzazione di un dente d’attracco poppiero per il molo 9. Modifiche che produrranno un ampliamento dei piazzali, favorendo così la viabilità interna per tutti i mezzi in arrivo e partenza e maggiore sicurezza per i passeggeri in transito.  Sempre in ambito portuale, sarà improrogabile la realizzazione del terminal crociere, che sorgerà tra i due nuovi moli e lo studio di una nuova viabilità che possa garantire lo smaltimento in tempi brevi dei traffici in crescita per i prossimi anni.

Sempre per quest’ultimo motivo, e nel pieno rispetto delle norme sulla sicurezza della navigazione – anche alla luce di una futura intensa attività diportistica, in adeguamento agli standard delle nuove flotte e per limitare l’interrimento dei fondali provocato dal flusso a mare del rio Padrongianus – il Prp prevede un allargamento della canaletta di ingresso in porto a 200 metri per consentire il transito in sicurezza di due navi contemporaneamente o di una nave e un maxi yacht e la predisposizione di un cerchio di evoluzione per le navi di 800 metri di diametro.

L’ntervento non entrerà in conflitto con l’attività storica della mitilicoltura, che otterrà un incremento di circa 20 ettari rispetto all’esistente, con spazi dedicati all’itticoltura e alla pesca delle arselle.

Per quanto riguarda il settore delle merci, alla luce dell’istituzione di nuovi collegamenti da e per il continente che privilegiano sempre più Olbia come porta della Sardegna, il Prp prevede per il porto Cocciani l’allargamento del dente di attracco del molo sud, il completamento di tutte le banchine esistenti e la realizzazione dei terrapieni a ridosso delle stesse per ospitare in tutto 6 navi ro-ro e merci. Interventi che saranno accompagnati dal dragaggio a quota -10 m del bacino, in  modo da consentire l’ormeggio di navi da carico di maggiore stazza.

Allo stato attuale, la capacità ricettiva delle infrastrutture diportistiche esistenti (il Circolo Nautico, il porto di Sa Marinedda, il marina della Lega Navale) ammonta a circa 600 unità, con distribuzione delle imbarcazioni concentrata per lo più nella parte medio-bassa (da 10 m a 15 m).

In base agli studi del Prp, che tengono conto del potenziale offerto dalle aree a mare e a terra, dei vincoli posti dalla navigazione commerciale e da quelli di carattere prettamente naturalistico e di salvaguardia dell’ecosistema, sono state individuate alcune aree sulle quali insediare strutture dedicate specifiche per il diportismo:

– il tratto di costa compreso fra la testata del molo Brin, da utilizzare per il transito di piccole unità da crociera e mega yacht, ed il viadotto di attraversamento dell’insenatura terminale meridionale del golfo (affacciata a Via Redipuglia sul lato Nord, ad un quartiere abitativo sul lato Sud).

– il tratto di costa a Nord del terminale dell’Isola Bianca e compreso fra il limite della  zona destinata a traffico crocieristico (molo 2 bis) e il viadotto di attraversamento del porto romano;

– il tratto di costa a sud di Cala Saccaia, destinato a strutture per la nautica da diporto a limitato impatto ambientale.

Complessivamente, le tre zone individuate dal Prp coprono un’area dell’ordine di 285.000 m2, che corrisponde ad un numero medio di 1.900 imbarcazioni ormeggiate, con un rapporto di 150 m2 per posto barca.

In tutto il golfo, tenendo conto delle realtà già esistenti, sarà quindi ipotizzabile l’ormeggio contemporaneo di 2.300 imbarcazioni e navi da diporto.

Ulteriori spazi verranno individuati tra l’insenatura settentrionale di Porto Romano, e quella meridionale di via Redipuglia, entrambe attualmente utilizzate per l’ormeggio di natanti di piccole dimensioni, di proprietà di pescatori locali, spesso non professionisti, e di semplici appassionati. In accordo con l’Amministrazione Comunale si è deciso di destinare l’insenatura di Porto Romano alla nautica minore, mentre via Redipuglia verrà destinata, per la porzione settentrionale dell’insenatura a questo genere di attività; la sponda meridionale e la porzione di specchio acqueo prospiciente, invece, saranno dedicati ai servizi di assistenza tecnica e commerciale della nautica da diporto ed alle imbarcazioni da pesca.

Come soluzione all’emergenza della viabilità, specialmente nei tre mesi estivi, gli studi del Prp suggeriscono un intervento urgente, oltre che sulla larghezza della strada di accesso al porto, su tutti i raccordi fra le diverse strade provenienti da Sud, tenendo conto anche dell’esigenza – manifestata a suo tempo dal Comune nel Piano Strategico – di sostituire i viadotti di sovrappasso con tunnel sottomarini, in modo da ritornare il più possibile alle condizioni originarie del golfo. Sostituzione che, dal punto di vista tecnico, viene considerata di non particolare difficoltà, purchè la quota di sommità del tunnel venga individuata in modo da consentire l’agevole transito delle imbarcazioni, fissando la quota di sommità (estradosso della soletta di copertura) a –3,00 m.

Lo studio trasportistico ha inoltre evidenziato che la sostituzione dei due viadotti con altrettanti tratti in galleria a 4 corsie, pur migliorando l’attuale situazione, da solo non basterebbe a risolvere i problemi di accessibilità al terminale di Isola Bianca. Infatti, con tale intervento, nelle condizioni di traffico di alta stagione turistica, si perverrebbe ad un livello di servizio ancora deficitario, con la possibilità quindi di lunghe code di mezzi. Tale intervento andrebbe quindi necessariamente associato al raddoppio della strada di circonvallazione, in modo da rendere le sue prestazioni conformi al ruolo di attrattore di tutto il traffico di attraversamento dell’area urbana.

Sono quattro le macro fasi principali d’attuazione per la portualità di Olbia:, rispettivamente da 143 milioni, da 68,7 milioni, da 76 milioni e infine da quasi 88 milioni.

Per il secondo scalo gallurese, Golfo Aranci, il Piano Regolatore ridisegna un nuovo layout che implementerà la vocazione del traffico commerciale e, allo stesso tempo, introdurrà un’infrastrutturazione adeguata alle esigenze del mercato crocieristico, alla diportistica e alla cantieristica.

Dall’intesa con il Comune di Golfo Aranci, il Prp prevede la realizzazione di una banchina lunga 350 metri, parallela alla linea di riva, con dente di attracco da destinare a navi da crociera o in alternativa a Ro-Pax e mega-yachts.

Il molo sud attualmente in funzione verrà portato ad una lunghezza di 230 m, con due denti di attracco poppiero lunghi 40 m per consentire l’ormeggio contemporaneo di due navi.

In prosecuzione del dente di attracco posto sul lato del molo sud, verrà realizzato un molo lungo 371.50 mt a delimitazione e protezione del bacino operativo del nuovo polo della cantieristica.

Nella zona sud-orientale del porto, dove attualmente insiste il terminale dei fasci binari, il Prp individua un polo per la cantieristica dotato di una darsena da destinare alle imbarcazioni dirette ai cantieri e a imbarcazioni da diporto di elevate dimensioni (yacht e mega yacht), con un’ampia zona a terra destinata all’attività cantieristica e ad edifici collegati con l’attività dell’ittiocoltura.

Un ampliamento sarà previsto anche per il porto pescherecci, che verrà esteso anche alla parte retrostante alla banchina destinata a navi da crociera, in modo da potere accogliere tutta la numerosa nautica “minore”. Le nuove darsene saranno circondate da un terrapieno di 10 m di larghezza separato dal porto commerciale, così come richiesto dalle moderne esigenze di sicurezza.

L’attuale accesso al porto, che oltre ad impatto estetico poco consono presenta problemi di staticità (per corrosione delle armature metalliche) e di funzionalità, verrà sostituito con una nuova strada di prolungamento della tangenziale attualmente in fase di completamento.

Fondamentale, per la riappropriazione degli spazi portuali da parte dei cittadini, sarà la creazione di un’area di oltre 10 mila metri quadri accessibile al pubblico all’altezza della nuova stazione marittima.

Come nel caso di Olbia, gli interventi del nuovo Piano Regolatore Portuale del porto di Golfo Aranci, prevedono 4 fasi, rispettivamente da 28,7 milioni, da 21 milioni, da 24,3 milioni e infine da 3,6 milioni.

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Pubblicato il
4 Agosto 2010
Ultima modifica
24 Settembre 2010 - ora: 09:39

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