Ltm, per chi suona la campana
La fuga di alcune importanti compagnie apre interrogativi sul terminal della Darsena 1 di Livorno
LIVORNO – Grimaldi Lines ha scelto Sintermar come terminal di attracco livornese per i suoi traghetti con la Spagna. C’è chi ne ha fatto uno scandalo, malgrado la scelta fosse stata ampiamente preannunciata. Solo che quando è arrivata la disdetta del contratto con il precedente terminalista, l’Ltm della Darsena 1, si è scatenata la bagarre: francamente più a livello di stampa che non di istituzioni, trattandosi di una scelta commerciale fatta sui costi e specialmente (a quanto si dice in ambito Grimaldi) su una gestione assai più flessibile del personale degli orari di lavoro.
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Ltm ovviamente non l’ha presa bene, anche perché da un anno a questa parte sta perdendo contratti importanti: prima la Tirrenia cargo che è “migrata” all’impresa Unicoop dei Lucarelli, poi l’armamento sardo di Nieddu che è andato a Carrara e adesso anche Grimaldi, che è un armatore primario del settore. Ci sono in ballo alcune decine di posti di lavoro. Da parte di Sintermar però non si sta in silenzio. “Quando il nostro terminal è stato messo in ginocchio per mancanza di fondali – dice uno dei soci della Winterman, la società partecipata da Elia e dai proprietari di Sintermar – nessuno ha speso una parola o ha chiesto l’intervento delle istituzioni. In pratica ci abbiamo rimesso annualmente fior di milioni, senza che nessuno facesse una piega. Perché i nostri dipendenti sono diversi fa quelli di Ltm?”
Come a dire: in regime di libero mercato, la concorrenza non può essere condannata. E se un terminal perde traffici a ripetizione a favore di altri, forse dovrebbe interrogarsi su cosa non funziona nei suoi meccanismi invece che appellarsi a istituzioni e sindacati
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