La banchina 75 unica chance offerta dal Pot per le crociere
Forti resistenze della Cilp per l’Alto Fondale – E la gara per la privatizzazione della “Porto 2000” assumerebbe valori più modesti

La banchina 75 (foto Scovavento)
LIVORNO – La buona volontà c’è, ma pare che al Pot si chieda di fare miracoli: per i quali non c’è piano operativo triennale che sia attrezzato.
Uno dei miracoli dovrebbe essere quello di “sistemare” il crescente traffico di navi da crociera, in modo da fornire alla “Porto 2000” due importanti assets: presentarsi ai brokers che trattano con congruo anticipo le soste delle navi da crociera per il 2011 (la stagione 2010 è stata da tempo schedulata) con una serie di banchine finalmente dedicate; e fornire agli eventuali interessati alla privatizzazione della stessa “Porto 2000” un controvalore importante, che oggi non c’è proprio perché le navi da crociera vengono disseminate qua e la, quasi totalmente sulle banchine commerciali, con disagi e repulse da parte dei viziatissimi croceristi.
Ad oggi però dal Pot arriva solo una certezza per le crociere: quella di aver disponibile la banchina 75 (di fronte al superbacino di carenaggio) capace di accogliere navi fino a circa 200 metri di lunghezza, e forse – se si riuscirà a dragare il dragabile – fino a 300 metri. Per il resto, anche la proposta contenuta nella prima stesura del Pot di destinare alle crociere i due accosti più esterni dell’Alto Fondale – quelli che non serviranno più alla Dole tra un paio di settimane circa – sembra destinata a svanire come neve al sole: o al massimo ad essere riproposta l’anno prossimo e poi ancora un anno dopo, eccetera. La Cilp è scesa in campo per dire no, appoggiata da Assimprese, dal sindacato e dai vari pezzi da novanta. E non è che la cosa possa essere risolta con un diktat: Piccini non vuole, e anche se volesse non sembra essere abbastanza forte (politicamente parlando) per imporsi. Per le crociere resta dunque, anche nel 2011, la non esaltante prospettiva di usare la banchina 75 come unica destinata solo a questa tipologia: e a mezzo servizio l’Alto Fondale (pagando il ticket ai portuali), il molo Italia, la sponda Est della Darsena Toscana, in casi limite anche il TDT, tutte banchine dove però i croceristi sbarcheranno tra containers, pallets, carri ferroviari o Tir. Insomma, come in un porto del terzo mondo.
Così stando le cose la privatizzazione della “Porto 2000” è davvero tanto urgente? E non sarebbe meglio aspettare che fosse assettata la situazione degli accosti? Secondo i maligni, c’è a chi in porto la situazione odierna va bene, anzi benissimo: e si capisce al volo il riferimento. Chi è interessato ad “acquistare” la società, ma ha già una capacità decisionale e gestionale sul porto, potrebbe ritenere vantaggiosa una gara che mettesse in palio una “Porto 2000” poco appetibile, proprio per avere scarsi concorrenti esterni e un prezzo modesto. Facciamo un esempio, ovviamente a puro titolo ipotetico e non realistico: se la “Porto 2000” interessasse alla Cilp, eventualmente attraverso la società LTM che già opera con passeggeri (dei traghetti), sarebbe tutto suo interesse che la società andasse in gara senza garanzie di banchine, senza grandi servizi, senza strutture dedicate che davvero siano all’altezza del mercato. Ma come già detto, è solo un’ipotesi di studio, una specie di esercitazione fantascientifica. Oppure no?
A.F.